Molveno, a nudo il lago che assomiglia alla superficie lunare

Il lago svuotato per la manutenzione della centrale idroelettrica di Nembia. Foto © Gianni Zotta
Molveno, gennaio 2017Si potrebbe dire benissimo “benvenuti sulla Luna”, perché è tale la bellezza e la particolarità dell’ambiente che sembra davvero di trovarsi sul satellite naturale della Terra. Ma forse è più giusto e semplice dire: “benvenuti nel cuore del lago di Molveno”. Sì, proprio nel cuore, perché in seguito allo svuotamento parziale delle sue acque, in questi giorni è possibile camminare sui fondali di questo straordinario bacino lacustre al quale Legambiente e Touring Club d’Italia, ormai da sette anni consecutivi, attribuiscono il titolo di lago più bello d’Italia.

Lo svuotamento del bacino alpino (di circa 50 metri rispetto al livello estivo) è dovuto ai lavori di manutenzione straordinaria dell’impianto idraulico della centrale idroelettrica di Nembia programmati, con cadenza decennale, dalla società concessionaria Hydro Dolomiti Energia. Ultimati i lavori il lago, entro maggio, tornerà ai suoi livelli ordinari.

Le operazioni di svuotamento (che raggiungeranno il picco massimo tra la fine di gennaio e gli inizi di febbraio) hanno destato molte preoccupazioni nella popolazione, soprattutto per i possibili rischi ambientali (il lago ospita una delle colonie più importanti delle Alpi di salmerino alpino) e per l’immagine turistica. Preoccupazioni di cui si è fatta interprete l’amministrazione comunale nelle sedi della Provincia e della stessa Hydro Dolomiti Energia, promuovendo, allo stesso tempo, un progetto per valorizzare il bacino “a nudo”.

Intanto, però, questo evento da possibile problema si è trasformato in vera e propria attrazione turistica. Sono sempre di più, infatti, le persone che ogni giorno fanno tappa a Molveno per non perdere l’occasione di camminare sui fondali privi d’acqua, attratti dalla curiosità di scoprire un ambiente naturale suggestivo che, in effetti, richiama moltissimo il terreno lunare così come lo conosciamo dalle immagini delle missioni spaziali e dei telescopi. E pensare che un tempo al posto dello specchio d’acqua c’era una vera e propria foresta alpina, dove scorreva un fiume, il cui corso fu bloccato poi da una frana che determinò l’origine del bacino lacustre. Lo svuotamento massimo porterà, infatti, alla luce i resti di quella foresta, con alcuni tronchi preistorici adagiati sul fondo.

L’acqua in questi giorni si sta progressivamente ritirando verso il centro del lago, lasciando scoperto un susseguirsi di scogliere ghiaiose e sabbiose che, in alcuni punti, soprattutto in prossimità della riva, degradano anche con ripidi balzi di diversi metri.

Il progetto elaborato dal Comune per promuovere l’avvenimento prevede la realizzazione di numerosi eventi di richiamo e addirittura alcune opere d’arte.

«Per questa situazione straordinaria – ha spiegato il sindaco di Molveno, Luigi Nicolussi – abbiamo cercato di trasformare l’opera di svuotamento del bacino in un “evento” con il carattere di unicità e d’irripetibilità. Nei prossimi mesi di febbraio e di marzo lungo le sponde e i fondali proporremo così degli spettacoli aventi come tema l’energia, la luce e l’acqua, con la realizzazione anche di una scultura monumentale in ferro, alta 6 metri, raffigurante un’icona del lago, che sarà installata in modo permanente».

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