Una sorpresa quotidiana

Dopo 20 anni di attività non è stanco Marco Porcelli, ideatore e maestro di “Cantare Suonando”. Oggi insegna ad 80 ragazzi e dirige 90 concerti all’anno

20 anni di Cantare Suonando. L’Associazione culturale di volontariato e di solidarietà taglia un importante traguardo e, come si fa per ogni compleanno significativo, coglie l’occasione per un bilancio. Sono un’ottantina ad oggi i ragazzi che hanno imparato a suonare la tastiera e leggere la musica grazie agli insegnamenti e alla dedizione del prof. Marco Porcelli, ideatore del progetto e ancora oggi responsabile didattico ed organizzativo. “E’ un’idea nata spontaneamente. Insegnare la musica a ragazzi disabili era un po’ una scommessa. E’ stata una bellissima impresa, molto affascinante. Questi ragazzi hanno delle capacità diverse, ma importanti. Riescono a sorprendermi ancora oggi e non è mai un’attività di routine.”

Nata nel 1997 per volontà di un gruppo di genitori di ragazzi disabili interessati a svolgere attività musicale , Cantare Suonando è un’associazione che si dedica l’insegnamento dell’arte e della cultura. In particolare modo della musica attraverso l’apprendimento individuale della notazione musicale. Si insegna rigorosamente a suonare la tastiera elettronica. “Sono convinto che ognuno debba insegnare quello che sa – sottolinea il maestro Porcelli – non ci si può inventare altro. Io sono diplomato in pianoforte e insegno questo”.

Passaggio fondamentale nella crescita di questi ragazzi, anzi di questi musicisti come per ogni artista è l’esperienza dell’esibizione ed esecuzione in pubblici concerti. E di concerti i ragazzi di Cantare Suonando Cantando in vent’anni ne hanno collezionati davvero tanti. Alcuni davvero prestigiosi. Hanno suonato a Genova a Palazzo Ducale, a Budapest al Festival “Sia l’arte una cosa di tutti”, al Festival internazionale sulle abilità differenti di Modena, a Rimini per i 50 anni di sacerdozio di don Oreste Benzi, presso il Parlamento Europeo di Strasburgo e molti altri progetti, soprattutto in Trentino e in Veneto, dove l’Associazione ha le sue sedi: Trento, Rovereto, Vedelago (TV) e San Vito di Leguzzano di Schio (VI). Solo nel 2016 sono stati effettuati una novantina di concerti. Ma il “live” resta il punto un po’ dolente di tutta l’attività.

“Dove suoniamo ci sostengono e spesso ci richiamano. Sono sempre tutti molto soddisfatti delle nostre esibizioni – dice con una giusta e meritata punta d’orgoglio Marco Porcelli – Ma nei grandi eventi musicali non veniamo invitati. Forse vedere un disabile psicofisico che suona ancora oggi è difficile da accettare. E’ un muro da abbattere.”

C’è ancora molto lavoro, insomma, da fare. Per i prossimi 20 e più anni…

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