Allievi di Edmondo, ieri e oggi

L'annuario 2015/2016 descrive l'attività svolta nella scuola. Ma dedica anche spazio a persone del passato, per ripristinare un legame tra generazioni che si è allentato

Per capire meglio il resoconto delle molteplici attività didattiche e formative che si svolgono in un anno all’Istituto agrario di S. Michele all’Adige (Centro istruzione e formazione), è utile conoscere i numerosi percorsi di insegnamento e professionali che questa scuola offre ai quasi mille iscritti. L’istruzione tecnica prevede un biennio comune (orientativo) seguito da un triennio di specializzazione con tre indirizzi: produzione e trasformazione; gestione ambientale e territorio; viticoltura ed enologia.

La formazione professionale comprende: scuola per imprenditori agricoli; scuola per operatori e tecnici agricoli; scuola di trasformazione agroalimentare.

Il quadro si completa con il corso di laurea triennale in viticoltura ed enologia e un corso post-diploma di durata biennale per tecnico superiore del verde.

Al Centro istruzione e formazione si affiancano: il Centro ricerca e innovazione e il Centro per il trasferimento tecnologico. La coesistenza di tre attività (istruzione, ricerca e consulenza) esiste dall’anno di fondazione (1874). Anche l’integrazione fra apprendimento teorico e attività pratica è una costante storica. Perseguita con competenza e talora anche resa necessaria per rimediare a inopportune e fuorvianti imposizioni ministeriali.

Non a caso nella prima parte dell’annuario 2015/2016 il direttore del Centro istruzione e formazione, Marco dal Ri e i referenti delle tre articolazioni del percorso tecnico, Davide Bazzanella, Romina Menapace e Andrea Panichi, riferiscono l’intenso lavoro di gruppo che si è reso necessario per integrare i programmi contenuti nella riforma Gelmini e adattarli alla realtà trentina.

Emblematica la battaglia sostenuta dal dirigente in campo nazionale per salvare la figura professionale dell’enotecnico inventando perfino un sesto anno supplementare per completare la preparazione dei diplomati del quinquennio di viticoltura ed enologia.

Sarebbe bastato far riconoscere dal Ministero competente il modello di scuola enologica sessennale proposto nel 1978 e sperimentato a S. Michele, ma poi seguito da poche altre scuole enologiche in Italia.

Nella parte centrale dell’annuario si legge un resoconto variato della multiforme attività svolta nell’anno di riferimento in svariati campi: iniziative complementari alla didattica, eventi aperti al mondo agricolo trentino, visite di carattere professionale, ospitalità rivolta ad altre scuole, partecipazione a concorsi, presenza a gare sportive e a veri e propri confronti con altre scuole di settore per verificare il grado di preparazione scolastica e professionale raggiunto. I testi sono firmati da docenti e studenti che si misurano alla pari.

Il filo conduttore e l’amalgama degli apporti redazionali sono rappresentati da una passione comune. Rivelano entusiasmo per quanto si è fatto e condiviso con i colleghi e all’interno delle classi.

L’apertura dell’annuario firmata dal dirigente offre una seconda, ma non meno importante, chiave di lettura: è la dedica ai docenti del passato e l’omaggio va al ricordo di persone che hanno prestato servizio meritevole di riconoscimento all’interno dell’Istituto e per l’agricoltura trentina.

Tra i docenti scomparsi si ricorda il prof. Livio Penasa formatore di persone oltre che eminente docente di materie letterarie. Spazi singoli sono dedicati a Silvio Bonetti, direttore dell’Istituto dal 1949 al 1969, ma già in forza come docente dal 1928. A italo Roncador (Stazione sperimentale agraria e forestale) benemerito per il contributo dato alla selezione di nuovi cloni di vite delle più importanti varietà coltivate in Trentino. A Ferdinando Tonon che viene ricordato sotto diversi aspetti: collaboratore di Rebo Rigotti, ex allievo e animatore del’Unione ex allievi di S. Michele, segretario del Comitato vitivinicolo, amministratore temporaneo dell’istituto e consigliere provinciale.

Non va sottaciuta la funzione didascalica del corredo fotografico dell’annuario. Vi si trovano foto di antiche scolaresche e quelle di annata delle varie classi di diplomandi. Opera di don Renato Scoz che, dopo il lungo periodo dedicato all’insegnamento religioso, si è mantenuto vicino all’istituto e svolge una preziosa opera di animazione e raccordo fra vecchie e nuove generazioni di studenti.

L’aula magna dell’istituto era strapiena di studenti e autorità alla cerimonia di presentazione dell’annuario. C’erano invece meno di 30 persone all’assemblea dell’Udias che si è svolta nella stessa sala il giorno dopo.

Ci sentiamo parte integrante della comunità di S. Michele e pertanto auspichiamo vivamente che si riesca presto a ripristinare il legame affettivo tra vecchi e nuovi discepoli di Edmund Mach.

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