Il vescovo di Lucchi sferzato dalla bora

Torniamo a parlare dell'artista trentino Bruno Lucchi a conclusione della mostra “Al compiersi dell’attesa” allestita nell’aula San Giovanni in Duomo. Un progetto di grande spessore teologico, rigoroso, attentissimo ai valori della fede cristiana, che l’artista di Levico ha studiato con serietà e dedizione per molti mesi, dando forma a una autentica riflessione sulle possibilità, per l’arte nel terzo millennio, di porsi al servizio del messaggio cristiano. In modo inedito sono state poste in dialogo le sue raffinate sculture con l’ambiente, suggestivo e rustico ad un tempo, posto sotto la sagrestia della Cattedrale.

Come in una narrazione, lungo l’asse longitudinale dell’aula si susseguivano il gruppo della Annunciazione, Maria e Giuseppe in cammino verso Betlemme e infine il Bambino nella culla. Come cippi viari le Antifone maggiori segnavano tutto il persorso quale metafora dello sviluppo temporale dell’ attesa: l’avvicinamento, partendo dalla metri e mezzo e pesante una tonnellata e duecento chili è una statua imponente ed efficacissima, sistemata davanti al santuario mariano nazionale fortemente voluto proprio dall’indimenticato arcivescovo di Trieste Antonio Santin (1895–1981). A 330 metri sul mare, da lì si gode una vista spettacolare della città e del golfo. Il prelato ha una inconsueta posa: par quasi sferzato dalla bora, che in effetti lì spira, eccome!, mentre con la sinistra si regge il cappello per impadire che gli voli via e con la destra benedice la sua amata città.

Il santuario, progettato dall’architetto Antonio Guacci su schizzo dello stesso arcivescovo di Trieste e Capodistria Antonio Santin, ha un’ imponente struttura triangolare in cemento armato che evoca la lettera M come simbolo della Vergine. Fu costruito fra il 1963 e il 1965, mentre l’inaugurazione, ad opera dello stesso vescovo, avvenne nel 1966. Sistematica meta di pellegrinaggi è ben noto anche a molti Trentini Incarnazione, al punto di arrivo noto.

E’ dunque l’occasione per ricordare, in Trentino purtroppo non se ne è parlato, se non in un' intervista dello scultore a radio Trentino in Blu, della grande statua in bronzo di Bruno Lucchi dedicata all’arcivescovo Santin sistemata a Trieste, nella spianata del santuario di monte Grisa.

Alta tre metri e mezzo e pesante una tonnellata e duecento chili è una statua imponente ed efficacissima, sistemata davanti al santuario mariano nazionale fortemente voluto proprio dall’indimenticato arcivescovo di Trieste Antonio Santin (1895–1981). A 330 metri sul mare, da lì si gode una vista spettacolare della città e del golfo. Il prelato ha una inconsueta posa: par quasi sferzato dalla bora, che in effetti lì spira, eccome!, mentre con la sinistra si regge il cappello per impadire che gli voli via e con la destra benedice la sua amata città.

Il santuario, progettato dall’architetto Antonio Guacci su schizzo dello stesso arcivescovo di Trieste e Capodistria Antonio Santin, ha un’ imponente struttura triangolare in cemento armato che evoca la lettera M come simbolo della Vergine. Fu costruito fra il 1963 e il 1965, mentre l’inaugurazione, ad opera dello stesso vescovo, avvenne nel 1966. Sistematica meta di pellegrinaggi è ben noto anche a molti Trentini

Ci sono voluti 10 anni di attesa a causa di tutta una serie di polemiche e di problemi, più burocratici che tecnici o economici, (fra l’altro in un primo progetto avrebbe dovuto essere posta in Porto vecchio in testa al Molo IV).ma finalmente il 12 ottobre dell’anno passato la statua dell'arcivescovo è stata montata sulla spianata di Monte Grisa. Tutta l’operazione è stata a carico dell’Autorità portuale di Trieste attraverso l’Istituto di cultura marittimo-portuale e la Regione Friuli Venezia Giulia.

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