Lotta alla processionaria dei pini, vecchi e nuovi metodi

Il pericolo del contatto o dell'assunzione dei peli urticanti che ricoprono il corpo delle larve

Il piano di azione nazionale per l’impiego corretto di fitofarmaci in agricoltura (PAN) è stato predisposto dai Ministeri competenti nel 2014 per recepire una Direttiva pari oggetto dell’Unione europea(28/2009).

Esso è reso gradualmente operativo tramite Decreti ministeriali: sanità ambiente, agricoltura.

Si tratta di provvedimenti che si susseguono nel tempo e lasciano spazi per dare modo ai destinatari (enti pubblici e utilizzatori) di metterli in pratica tenendo conto delle situazioni talora diverse che si riscontrano nelle singole regioni italiane.

L’interpretazione delle norme sta però diventando troppo restrittiva perché si traduce in divieti che vanno oltre le già severe disposizioni. Risale al mese di ottobre scorso un Decreto che vieta l’impiego di insetticidi a base di Bacillus thuringiensis var. Kurstaki contro la processionaria dei pini. Motivo: il prodotto commerciale è stato autorizzato per uso agricolo e non per ambiti diversi. Questo prodotto biologico era impiegato da anni dal Servizio foreste e fauna della Provincia di Trento per trattare le pinete che fiancheggiano tratti di strade provinciali. Lo scopo non era solo uccidere il maggior numero di larve di processionaria di prima e seconda età che si trovano sui pini infestati nel mese di settembre. Togliere di mezzo le larve giovani significava ridurre il numero dei bruchi che nelle fasi di sviluppo successive si sarebbero portare sulle parti alte, le più esposte, per costruire i nidi di seta all’interno dei quali trascorrono l’ inverno.

Dai nidi si liberano i peli urticanti che ricoprono il corpo delle larve a partire dalla terza età. La vicinanza alle strade rende possibile l’assunzione dei peli urticanti da parte di persone o animali. Il divieto ha indotto i tecnici forestali della Provincia di Trento a non effettuare il consueto trattamento di fine estate. Va detto che finora hanno agito per conto dei proprietari delle piante (Comuni o privati), quindi operando a favore di tutta la comunità.

Fonte giuridica competente fa presente che il divieto ministeriale potrebbe essere disatteso se il sindaco della zona emanasse una ordinanza di trattamento adducendo motivi di salute pubblica.

La processionaria infesta anche i pini che si trovano in luoghi abitati, verde urbano, parchi, giardini pubblici e privati.

Da sempre i proprietari intervengono asportando manualmente e con le dovute cautele i nidi invernali che poi vengono bruciati. Possono anche procedere alla raccolta delle larve quando da fine febbraio in poi scendono in fila ( processionaria) dalle piante per rifugiarsi nel terreno e completare il loro sviluppo. Prima crisalidi e poi farfalle.

Negli ultimi anni gli interessati potevano rivolgersi a ditte specializzate per far eseguire a pagamento interventi di endoterapia. L’operazione consiste nell’iniettare con strumenti adatti l’insetticida formulato a questo scopo che viene assorbito e trasferito attraverso i vasi delle linfa verso le parti alte del pino infestato da nidi.

Finora abbiamo parlato di lotta in ambiti ristretti.

La processionaria infesta però anche pinete lontane da strade o da abitati. La consistenza della popolazione e dell’ infestazione variano nel tempo e nello spazio. Non tutte le zone risultano egualmente colpite. Va infatti tenuto presente che l’infestazione ha un andamento ciclico. Il fenomeno è regolato da fattori biotici (specie di pino, ridotta vigoria delle piante, parassitoidi e nemici naturali) e abiotici (clima, altitudine, esposizione) che in parte sfuggono all’intervento dell’uomo.

Vecchi e nuovi mezzi e metodi di lotta si sono susseguiti nel tempo. Negli anni ’70 del novecento il prof. Adolf Peske ( Germania) proponeva l’ introduzione nelle pinete della cincia mora che divora le larve nei nidi invernali rimanendovi talora anche irretita. Si trattava di collocare nelle pinete infestate 15-20 nidi artificiali a ettaro. Sempre nella seconda metà del secolo scorso si fece uso del fucile a pallini per distruggere a distanza i nidi e far morire le larve esposte al freddo. La formica rufa che forma cumuli di aghi e materiale vario nei boschi e preda qualsiasi insetto che si avvicina o convive nel coacervo potrebbe rappresentare un predatore attivo. Ma non si è mai tentato di introdurre la formica nelle pinete.

Fra i mezzi moderni si devono ricordare i feromoni attrattivi utilizzati nelle trappole di cattura per impedire con la confusione l’accoppiamento fertile tra farfalle maschio e femmina.

Si ricorda infine che dal 2007 la lotta alla processionaria è obbligatoria per legge, a prescindere dal metodo o mezzo utilizzato.

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