Malè, il progetto “Prati fioriti di biodiversità” si rinnova

Ossana, il prato fiorito davanti al castello
Lo scorso anno l’Associazione Apicoltori solandri con la Rete di Riserve Alto Noce hanno messo a disposizione per ogni Comune i semi per realizzare delle aiuole di prato fiorito, utile per le api e gli insetti, bello per il paesaggio. Iniziativa che viene lanciata anche quest’anno

Tra fiori e insetti c’è un delicato equilibrio che va rispettato. Va in questa direzione il progetto promosso dalla Associazione Apicoltori Val di Sole Peio e Rabbi in collaborazione con la “Rete di Riserve Alto Noce”, Parco Naturale Adamello Brenta, Parco dello Stelvio, APT e Consorzi Turistici, che punta a sensibilizzare abitanti e turisti sui temi della biodiversità, legata al mondo delle api.

Di “Prati fioriti di biodiversità” – questo il nome del progetto – si è parlato la settimana scorsa a Malè, nel corso di una serata servita per restituire i risultati dello scorso anno e lanciare le iniziative future. “Nel 2016 hanno aderito tre comuni della valle, quest’anno, dato i buoni risultati ottenuti, siamo già arrivati a 12; ne è rimasto fuori uno solo, che pensiamo di riuscire a convincere”, sottolinea entusiasta il presidente Francesco Moratti. “Contiamo di seminare 15 mila metri quadrati per un costo di 400 euro. C’è tempo fino al 28 febbraio per aderire all’iniziativa. Siamo la prima valle in Trentino che propone questo piano di lavoro, che distribuisce semi, altamente selezionati, per la creazione di aiuole fiorite”.

A chi aderisce vengono affidati gratuitamente semi di fiori nettariferi a fioritura variabile per un estensione di 13 metri quadrati e altri di phacelia da spargere su 100. L’unico intervento richiesto, per la messa a dimora dei semi è la pulizia e il dissodamento del terreno. La fioritura dura tre mesi e non ha bisogno di altri interventi, solo di innaffiature nel caso di un’estate poco piovosa. “Ci occuperemo della cartellonistica da porre nelle aiuole per illustrare l’iniziativa ai turisti e anche ai residenti”, ha spiegato la direttrice della “Rete”, Laura Marinelli.

“Questa iniziativa non ha solo una valenza estetica, ma anche funzionale; l’abbiamo usata come sussidio per la nostra didattica, ed è facile da gestire, dura diversi anni, non necessita di falciature, come un prato inglese che deve essere falciato 7 volte durante l’estate”, ha precisato Alessandro Pasquin, operatore del MMAPE – Mulino Museo dell’Ape.

Alla serata è intervenuto anche Sergio Angeli, professore di entomologia, che ha sottolineato come come tutti gli esseri viventi siano interconnessi e interdipendenti, ricordando come gli insetti costituiscano l’ottanta per cento degli animali e assieme alle piante riescano a creare un ecosistema. “Molti fiori sono spariti dai prati, impoverendo il paesaggio, la biodiversità e l’apicoltura. Anche in zone di montagna”, ha aggiunto Paolo Rodaro, consulente del Gardencenter Biasion di Bolzano. “Come alternativa si stanno affermando i prati fioriti che attirano insetti predatori degli afidi e anche impollinatori. Il miscuglio di semi comprende tutte specie molto conosciute: girasole, borragine, phacelia, fiordaliso e grano saraceno”, ha ricordato Paolo Rodaro illustrando modalità di semina, manutenzione e le piante amiche delle api.

“Un piccolo segnale per salvaguardare la biodiversità, atto a migliorare l’ambiente – ha concluso Alessandro Fantelli, presidente della Rete di Riserve e vicepresidente della Comunità – che possono seguire anche i privati”.

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