Progetto “le Formichine”: obiettivo indipendenza

“Le Formichine”, un progetto che parla la lingua della quotidianità e che vive la forza del riscatto e la bellezza del ripartire
Il progetto “le Formichine” si rinnova, si apre ad un futuro di autosufficienza ed indipendenza. Nato dalla felice collaborazione e sinergia della cooperativa sociale Punto d’Approdo con le fondazioni Famiglia Materna e Caritro, esso svolge, fin dal 2008, un importante ruolo sociale all’interno della comunità di Rovereto. In questo senso “Formichine” ha unito ente privato e pubblico, al quale fa voce anche il Comune di Rovereto .

In particolare esso si muove nell’ambito del disagio femminile: proponendo alle utenze diversi servizi lavorativi, retribuiti con una modica borsa lavoro, il progetto intende formare e reinserire nel contesto lavorativo tutte quelle donne che per ragioni sociali, famigliari e di età, non riescono più a trovare un’occupazione stabile.

Le necessità economiche, la crisi, le difficoltà a trovare nuovi contributi pubblici impongono, ora, a questo progetto, di trovare nuove vie e modalità che gli permettano di raggiungere, passo dopo passo, una completa autosufficienza ed indipendenza.

Proprio a questo fine, giovedì 9 febbraio, si sono ritrovati i rappresentanti delle varie realtà organizzative del progetto, per firmare un nuovo accordo di collaborazione che viaggi proprio su questa linea. Claudio Cainelli, vicepresidente della fondazione Caritro, Mauro Previdi, assessore alle politiche sociali del comune di Rovereto, Luisa Sartori, vice presidente della Cooperativa Sociale Punto d’Approdo ed Antonio Planchensteiner, presidente della fondazione Famiglia Materna, hanno apposto le loro firme non su un semplice accordo, ma su un progetto che parla di futuro, speranza, gioia e serenità.

“E deve essere proprio così”, commenta Sartori, “perché le formichine che partecipano ai nostri servizi sono sempre di più!”. Questo è dovuto certamente alla crisi economica che non sembra voler trovare soluzione, ma anche ai numeri che, da un punto di vista dei risultati, rendono questo progetto una vera e propria garanzia. Solo per fare un esempio: l’80% delle donne che hanno partecipato a “le Formichine” ha poi trovato un’occupazione stabile al di fuori del progetto. “Ed è proprio per questo motivo che il progetto riceve attestati di stima e notevole interesse anche da realtà fuori provincia che lo vedono come un esempio da seguire e imitare”, sottolinea Planchensteiner.

Proprio per continuare su questa strada, che a ben guardare è quella dello sviluppo e dell’innovazione, il nuovo accordo fra le parti prevede che il professor Giovanni Tecilla affianchi le nuove progettazioni proprio con la finalità di rendere le “formichine” sempre più autonome ed indipendenti, cercando di aumentare la voce dei ricavi. Un esempio è sicuramente la progettazione di una serra che, affiancandosi ai servizi di ristorazione, bar e produzione manufattoriera già esistenti, non solo permetterà alle sue utenze di apprendere nuove e specifiche competenze, ma anche di aumentare ed ampliare l’arco delle vendite e, di conseguenza, dei guadagni.

“Le Formichine” è dunque un progetto che parla la lingua della quotidianità, che vive la forza del riscatto, la bellezza del ripartire. “Io ero a fine corsa, ma qui ho trovato una possibilità”. Testimonianza di chi è stata aiutata, incoraggiamento per chi oggi ancora vive una condizione precaria a costruire un nuovo presente ed un nuovo futuro. Un futuro vivo, un futuro sorridente.

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