Tra aperture e riserve

Prosegue a passo spedito l'assessore provinciale alle politiche sociali Luca Zeni per portare a termine il percorso di riforma dell'assistenza agli anziani entro la legislatura. Dopo aver incassato il via libera della maggioranza provinciale, martedì 14 febbraio ha iniziato la fase di incontri per illustrare ed approfondire con gli attori coinvolti i capisaldi della sua proposta (vedi sopra).

A cominciare dai vertici dell'Upipa, l'ente che riunisce le Agenzie pubbliche (Apsp) che gestiscono le case di riposo.

Il presidente Moreno Broggi nutre ancora molte perplessità. “Non abbiamo preclusioni – spiega ai microfoni di Trentino inBlu – ma chiediamo tempo per approfondire tanti aspetti legati in particolare alla parte tecnica ed organizzativa della riforma. Nel documento mancano elementi di chiarezza sul ruolo di ogni Agenzia, ad esempio, e su altri punti per cui a nostro avviso è necessario un tavolo tecnico per disporre di un quadro definito in vista dell’assemblea con i nostri soci convocata per il primo marzo”.

Per il presidente Upipa l’aumento demografico e la crescita dei bisogni rendono sì necessario cambiare il modello organizzativo “ma va fatta una seria analisi sulle singole esperienze territoriali e nel rispetto delle competenze – aggiunge – non siamo certi che la nuova organizzazione possa garantire la stessa qualità di servizi attuali; c’è poi il rischio – anticipa ancora – di perdere il legame con le periferie, con il volontariato”.

Guarda con favore al passaggio che affida competenze alle Comunità di valle sottraendole al sistema sanitario, il presidente dell’Apsp Margherita Grazioli, Renzo Dori. “Così si riconsegna al settore la sua matrice di tipo sociale – precisa – tuttavia resta l’incognita sulle modalità di attuazione e il timore che non sia la replica di un ulteriore livello istituzionale”.

Si dicono favorevoli le Acli e la FAP, la Federazione degli Anziani e dei Pensionati aderente al movimento, che per il 12 maggio prossimo annunciano un convegno di studi a Trento dedicato ad alcune buone pratiche a livello europeo e ad eventuali proposte migliorative della riforma. Tra le questioni: evitare l’accentramento di grosse strutture dedicate agli anziani e favorire le piccole strutture legate alla comunità e le reti di assistenza di quartiere, come nel caso della vicinanza fra anziani e giovani nuclei famigliari (cohousing) e combattere la solitudine dell’anziano in strutture assistite.

Promuono la riforma anche le organizzazioni sindacali che nell’incontro con l’assessore Zeni hanno parlato di “un cambiamento necessario per rendere il sistema sostenibile anche in futuro”, richiedendo al tempo stesso “garanzie nella qualità dei servizi e valorizzazione delle professionalità del settore”. Cgil, Cisl e Uil esprimono un giudizio positivo generale sulla semplificazione e fusione delle Agenzie per l’anziano “perché permetterà di realizzare più sinergie e di qualificare il lavoro dei dipendenti delle Rsa”. Viene considerata positiva la gestione unitaria di tutte le politiche per gli anziani affidata alla Comunità di valle:e offre un riferimento istituzionale vicino ai cittadini e potrà integrare le risorse pubbliche con quelle private (non solo economiche) delle famiglie. “Un sistema – dicono i sindacati – che consentirà di avere un canale pubblico e un contratto di lavoro di trasparenza nel caso ad esempio del badantato”. Le questioni contrattuali sono state rinviate a venerdì 17 marzo nell’incontro con i sindacati di categoria del pubblico impiego che tutela i dipendenti delle Comunità di valle e delle Apsp.

I primi effetti negativi legati alla riforma si colgono nel privato-sociale. Nelle scorse settimane le cooperative sociali Spes e Stella Montis hanno infatti deciso di lasciare l’Upipa. Dietro alle dimissioni delle dure realtà che fanno parte di Consolida ci sarebbero non solo ragioni di carattere giuridico ma anche, la mancata condivisione e il timore di non sapere ancora dove si collocheranno con la riforma. Non bastano le rassicurazioni dell’assessore Zeni sul coinvolgimento dell’esperienza del terzo settore nel valorizzare progettualità innovative, dal co-housing al badantato di condominio.

“Bisogna capire come si declina il nostro ruolo nella sostanza – spiega Cecilia Niccolini, presidente della Cooperativa Spes – è nostro dovere cogliere le opportunità per rispondere alle esigenze del territorio. In questa fase abbiamo ritenuto opportuno fare chiarezza sulla nostra specificità, restando aperti ad approfondire e presentare le nostre osservazioni all’ente pubblico”. Sul fronte politico, Zeni si prepara al confronto con il Consiglio delle autonomie, sindaci e assessori.

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