Guerrino Paternoster, festa per i 102 anni

Guerrino Paternoster. Foto © Gianni Zotta
Il 17 febbraio 1915 era mercoledì. La Grande guerra scatenata un mese dopo il regicidio di Sarajevo (28 giugno 1914) occupava le prime pagine dei giornali. Quel giorno, al Raut di Vigo d’Anaunia, un maso che aveva poche decine di abitanti, è nato Guerrino Paternoster, con Maria e Gino terzo figlio di Valentino. È rimasto orfano all’età di un anno, poiché il papà morì nel 1916 a Innsbruck, a causa delle ferite subite sul fronte orientale dove era stato mandato allo scoppio della guerra fra l’Austria-Ungheria e lo Zar di tutte le Russie.Guerrino, che ha compiuto 102 anni la scorsa settimana, dice, con una sorprendente lucidità: “L’unico rimpianto è non aver potuto studiare”. Allevato dai nonni, che avevano un po’ di campagna e qualche pezzo di prato sotto il Raut, l’ultracentenario ricorda: “Siccome dovevo dare una mano in casa, andavo a scuola dopo i Santi e mi tenevano a casa dalle lezioni quando arrivava la Pasqua”.

La memoria è rimasta quella di cinquant’anni fa. Ricorda tutto, nomi, date, particolari. La maestra delle elementari si chiamava Elisa Rigotti. “La gh’eva da sposàrse con me zio Battista, ma elo l’è mort en guera”. Come suo padre, Valentino. E quanti sono stati i soldati da Vigo morti durante la Grande guerra? “Fra morti e dispersi 42. In paese c’erano 800 persone”.

Quante case c’erano, al Raut, cento anni fa? “Sol quéla via lì e basta”, dice indicando dalla finestra una costruzione lunga e massiccia. I suoi nonni abitavano in quella casa. “Sotto c’era la stalla con i buoi e due vacche”. Racconta che fino al 1882-1883 era tutta proprietà del conte Thun, il cui castello domina tutta la bassa Valle di Non. “Po’ l’è nà en malora e tuti i masi i è nadi al’incant. Do o tre famiglie le è caminàde (sono andate via), ma i me noni i è restàdi chi e i ha comprà en mas: casa e campagna, ensoma”.

Guerrino racconta che nella zona del Raut si cominciò a piantar meli verso il 1933. “Quando aven scominzià a piantàr pomàri i meteven giò a 8 metri l’un da l’altro. Ma ghe voleva quindese ani prima che vegnis su qualcoss. Adess, enveze, i ne pianta un tacà al’altro e già el prim an i racoglie pomi”.

Suona il telefono. Il nostro interlocutore risponde agli auguri che per tutta la mattina del 17 febbraio sono arrivati nella sua abitazione del Raut. Nel pomeriggio festa grande con i quattro figli (Valentino, Alfio, Maria Rita e Maurizio) e uno stuolo di nipoti.

Che scrivere di più? L’unico neo, in questo compleanno da 102 candeline, è che il Guerrino del Raut non riesce più a leggere le parole piccole dei giornali. Si fa aiutare da una fidata collaboratrice familiare, una giovane donna della Moldavia. la quale, ne siamo certi, gli farà conoscere anche gli auguri di Vita Trentina.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina