Pergine, molto positivo il bilancio dell’Avis

Gli operatori del punto raccolta sangue Avis con il presidente Mauro Fruet
Mille litri di sangue (oltre 2.000 sacche) donati nel 2016 dai 1.544 soci della sezione Avis di Pergine: questo in estrema sintesi il bilancio dell’attività dell’anno scorso, illustrata alla recente assemblea dal presidente Mauro Fruet, che è stato riconfermato alla guida dell’associazione anche per il quadriennio 2017-2021. Che non si è limitato a esporre i pur positivi darti statistici, ma ha insistito soprattutto sui valori che contraddistinguono i donatori.

Ai quali ha voluto rivolgere un particolare ringraziamento: “Grazie di cuore a nome mio e a nome di tutte quelle persone che magari non conosciamo ma che sono comunque nostri amici perché abbiamo condiviso con loro il momento del bisogno, correndo idealmente in aiuto per dar loro un po’ del nostro sangue. Perché la donazione non è solo il momento in cui si porge il braccio, la donazione non finisce quando la sacca è colma, ma continua nella vita di quei nostri amici, e sono tanti, ai quali abbiamo contribuito a ridare speranza di vita, che abbiamo aiutato alla vita. E’ questo il vero significato di donazione: dare vita per la vita.”

L’Avis di Pergine in quarant’anni ha fatto segnare una costante crescita sia di donatori che di sacche raccolte. A cosa è dovuto questo positivo sviluppo?

Credo che uno degli elementi di forza sia l’aver saputo mettere in sintonia le due anime dell’Associazione, quella sanitaria e quella volontaristica. Ciò ha consentito ad AVIS di adeguarsi e, in molti casi, di cogliere con largo anticipo le esigenze scientifiche e sanitarie, di svolgere una intensa attività di volontariato e di promozione per educare al dono del sangue, non subalterno alle urgenze delle strutture sanitarie e delle pianificazioni nazionali, ma come manifestazione concreta di senso civico e incondizionato altruismo. In particolare mi sento in dovere di evidenziare la fattiva collaborazione con tutto il personale medico e paramedico del nostro centro di raccolta sangue, con professioniste preparate e responsabili che, ricche di spirito umanitario e, non ultimo, di simpatia hanno saputo creare quell’ambiente familiare che accoglie il nostro donatore facendolo sentire a casa propria.

Il presidente dell’Avis Mauro Fruet

Oltre l’aspetto umano, c’è anche la necessità di adeguare la parte tecnologica…

L’adeguamento delle apparecchiature mediche, concordate con gli operatori sanitari, è stato costante. L’anno scorso, ad esempio, abbiamo donato l’elettrocardiogramma in funzione ormai già da un anno, strumento che permette di velocizzare le visite cardiologiche degli aspiranti donatori diminuendo un modo sostanziale i tempi di attesa; quest’anno abbiamo donato due bilance pesapersone, ma anche un apparecchio televisivo montato sulla parete in sala prelievi proprio di fronte alla postazione delle poltrone, per favorire una donazione il più rilassante possibile.

L’anno scorso ci sono stati oltre 150 nuovi soci, in gran parte giovani. Quali iniziative avete in programma per sensibilizzare sempre più i cittadini?

Già con il prossimo mese di aprile sono in programma alcuni incontri con gli studenti delle quarte e quinte classi dell’istituto Marie Curie e poi prevediamo incontri con le associazioni sportive e culturali. Inoltre siamo in contatto con le associazioni che rappresentano gli stranieri nel nostro territorio ormai perfettamente integrati nel nostro tessuto sociale, per coinvolgerli anche nella condivisione di una piccola goccia di sangue ber il bene comune che è la vita delle persone, indipendentemente dalla razza e dalle religioni favorendone l’integrazione perché, come sostengo sempre con forza, il sangue non ha razza né confini. Il sangue, presso molti popoli, è come un’alleanza: siamo tutti collegati, ognuno è unico e indispensabile per il funzionamento dell’organismo; non possiamo lasciare indietro nessuno.

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