Cavalese, punto nascita “sospeso”, si cerca personale

Il tavolo dei relatori
Il punto nascita di Cavalese non è cancellato ma sospeso in attesa di reperire il personale medico per riportarlo alla piena funzionalità, almeno per il breve periodo. La Provincia di Trento punta, in collaborazione con altri territori con problematiche simili (Alto Adige, Veneto e forse Lombardia) a trovare modelli organizzativi meno stringenti per i territori alpini in tema di punti nascita. Infine l’avvio del concorso per la progettazione esecutiva di un nuovo ospedale per Cavalese da 14 mila metri quadrati dal costo di 30 milioni di euro.

Questi sono i punti salienti emersi dopo più di due ore di duro e teso confronto tra rappresentanze della Provincia e dell’Azienda sanitaria arrivate da Trento e una platea di cittadini che hanno occupato l’intero spazio del palaFiemme, oltre ad assieparsi davanti al maxi schermo esterno alla struttura.

Difficile il ruolo di Paolo Mantovan, vice direttore del giornale Trentino, chiamato a moderare l’assemblea coadiuvato dal sindaco di Cavalese Silvano Welponer, intervenuto ai primi segni di insofferenza dell’assemblea. Ha iniziato la faticosa maratona Gianfranco Ionizzo, coordinatore nazionale dei percorsi nascita del ministero della Salute, che ha cercato di spiegare, con la metafora dell’equipaggio di un aereo di linea, la complessità di un punto nascita. L’esempio non è stato gradito.

La platea voleva comprendere, senza tanti preamboli, le motivazioni che spingono il Ministero della Salute a porre vincoli stringenti sui punti nascita. Paolo Bordon, direttore dell’Azienda sanitaria dal maggio scorso, ha ripercorso i passi compiuti per cercare professionisti disposti a lavorare in sedi periferiche come Cavalese. L’associazione “Parto per Fiemme” si è impegnata molto su questo fronte ottenendo anche dei risultati. In sala erano presenti infatti Arturo Giustardi (Napoli) e Cristiano Flumini (Ancona), disposti a trasferirsi in Valle di Fiemme e fatti oggetto di una assunzione a “furor di popolo”.

Future mamme in prima fila

Mancano ancora dei professionisti ed Annunziata Di Palma, responsabile della pediatria dell’Azienda sanitaria, ha spiegato la difficoltà a convincere i medici di città, anche se ben remunerati, a ruotare nei centri periferici. In una sala percorsa a tratti da insofferenza e aperto contrasto, è intervenuto Alessandro Arici dell’associazione “Parto per Fiemme” che ha ricordato l’impegno svolto non contro, ma per offrire risposte percorribili, cercando attivamente pediatri e neonatologi, professionisti di cui l’ospedale ha bisogno.

L’assessore provinciale Luca Zeni, davanti a espressioni di contrapposizione (centro – valli, Cles – Cavalese) o velleitarismi autonomistici emersi in sala, ha richiamato il valore dell’unità in un territorio, quello trentino, di proporzioni ridotte e non certo autosufficiente (lo dimostra l’affannosa ricerca di personale medico da tutta Italia).

Infine la parola è passata agli amministratori locali. Sono intervenuti il presidente della Comunità di Valle Giovanni Zanon, il sindaco di Cavalese Silvano Welponer, Giuseppina Vanzo, assessore a Cavalese ed Elena Testor, procuradora del Comun general de Fascia. Nelle loro parole la ferma volontà di mantenere in piena operatività un ospedale realizzato nei primi anni Cinquanta per iniziativa della Magnifica Comunità di Fiemme.

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