Smarrirci per trovare qualcosa

Farò un elogio della fragilità: è un termine con fortissima ambivalenza che indica lo spingersi oltre confini, verso l'altro. Fragilità e resilienza sono termini presi in prestito dall'ingegneria, si riferiscono alla materia, la psicologia li usa per indicare la reazione dell'uomo a determinati eventi: la prima indica l'incapacità psichica di sopravvivere ad una crisi, la seconda la capacità di riuscire a resistere in essa, ma si esce da quella esperienza diversi, perciò essere resilienti significa riuscire a cambiare. Viviamo in una società in cui la felicità è ostentata, apparente, seriale, e i conflitti vengono negati, ma essi sono inevitabili e la gioia e la pace si raggiungono attraversandoli. Non esiste la famiglia perfetta da Mulino Bianco, ma fa comodo non accorgersi delle altrui difficoltà. Per alcuni, essendo una condizione che ci accomuna indipendentemente dall'età, è motivo di affratellamento, siamo fragili per amore, altri invece fanno dell'altro un nemico o qualcuno che non ha volto e si sentono forti nello schiacciarlo. L'amore non è possesso: questo è un modello socialmente indotto, mentre invece l'amore è imparare a fare a meno dell'altro per poi sceglierlo.

Ci sentiamo fragili in rapporto alla madre terra di cui temiamo gli sconvolgimenti come i terremoti. La fragilità è legata all'oblio: non possiamo controllare la memoria, i ricordi. Un odore sentito per caso passeggiando rievoca il passato e ci dà le vertigini perché ci precipita nell'incontrollato. Olfatto, tatto, gusto evocano ricordi ma raccontandoli, li tradiamo. Siamo fragili perché non possediamo la nostra vita e perché siamo definiti biologicamente dalla continua dialettica tra pieno e vuoto: nascere è venire al mondo, alla libertà, ma anche alla mancanza di tutto. Siamo caratterizzati dalla perdita: la notte è una piccola morte, non so più chi sono e non possiamo raccontarla, produciamo sogni ma non lo padroneggiamo. I bambini fanno i conti con la paura della notte, portano con sé un pupazzo che consola e aiuta ad attraversarla. Che persone diventeranno se attiviamo una censura protettiva, se nascondiamo che il nonno è all'ospedale, se non li portiamo ad un funerale? Nella sua ambivalenza, la fragilità è una dimensione che aiuta a smarrirci in noi: come ha narrato Dante, bisogna che accada per trovare qualcosa di nuovo. Occorre educare al coraggio della fragilità: le persone forti sono quelle che non si vergognano della propria fragilità.

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