A Norcia ponteggi di speranza

Ora è importante sostenere anche le attività del turismo e del commercio

“Quando trovi un appoggio, puoi ripartire”, dicono gli allevatori che hanno sperimentato un aiuto concreto da parte delle Caritas del Nord Est

Forse non sarà una resurrezione vera e propria, ma il clima che si respira a Norcia alla vigilia di Pasqua è certamente più fiducioso rispetto a quello di alcuni mesi fa. A sorridere non è solo Luciano, l’uomo della legna, che ora può disporre di un capannone per i suoi mezzi e ha ripreso le sue consegne cercando di allargare un po’ il giro, ma anche la famiglia che da generazioni (in azienda abbiamo incontrato nonno e nipote, ma i parenti coinvolti son davvero tanti) alleva mucche e lavora decine di ettari e ha visto le sue stalle irrimediabilmente danneggiate ma che ora avrà due stalle a norma, grazie all’intervento delle Caritas del Nordest. E così Giuseppe, esperto allevatore di maiali allo stato brado e produttore dei relativi prodotti locali,  la casa distrutta il 24 agosto e il laboratorio e il negozio di prodotti tipici inagibile dal 30 ottobre.

Ma sorride anche Giorgio Pallucco, direttore della Caritas di Spoleto Norcia, che continua a tenere le fila degli interventi nella diocesi e che ha fortemente voluto il “presidio Caritas”, coordinato da Rinaldo e Francesca e ormai animato da un via vai di gente che contribuisce ogni giorno alla vita di questa “cittadella” che è diventata un simbolo della ripresa, sottolineata anche dal centro di comunità polivalente che sta sorgendo nello stesso sito. Un’iniziativa in cui molti si riconoscono e che aiuta a fare comunità, a mantenere i legami e coltivare le relazioni.

Sono questi i volti  e le persone che la rappresentanza della Delegazione Caritas Nordest (Fabio Molon di Caritas Bolzano, Giovanni Marangoni di Caritas Vicenza e il sottoscritto, referente per la Delegazione) ha incontrato e che esprimono una grande riconoscenza verso chi gli ha dato un mano nel momento del bisogno e che affermano “quando trovi un appoggio, puoi ripartire”.

Attualmente la Delegazione Caritas Nordest ha messo a disposizione già 600 mila euro soprattutto per l’aiuto e il sostegno alle attività degli allevatori, mentre altri 2 milioni raccolti tramite la colletta del 18 settembre scorso finanzieranno il centro di comunità.

La visita ha permesso di mettere a fuoco l’attuale situazione, le prospettive e le necessità, verificando che ora potrebbe essere importante, anche per favorire il rientro degli abitanti, sostenere – per quanto possibile – le attività del turismo e del commercio.

Resta peraltro molta incertezza, in particolare dal punto di vista abitativo: molti si sono arrangiati con casette e prefabbricati, alcuni hanno ricevuto i moduli abitativi della protezione civile, altri sono nei moduli collettivi che ospitano fino  40 persone (dove si vive una vita un po’ artificiosa, fatta di spazi ristretti e catering), altri ancora dovranno rientrare dagli alberghi dove sono ospitati ma senza avere garanzie precise. E poi il lavoro, che per una zona che , oltre all’allevamento, ha sempre vissuto sul turismo, sulla gastronomia, sul commercio, sarà forse la sfida più difficile.

Ma gli sguardi  che abbiamo incrociato ci raccontano che – come la Pasqua ci insegna – si può andare oltre le tenebre e ritrovare la speranza, soprattutto se i fratelli si fanno prossimi e camminano con chi oggi fa più fatica.

Roberto Calzà

direttore Caritas Trento

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