Trento interpretata da Winkler

Allestita nel 110° anniversario dalla nascita (che ricorre precisamente il 25 aprile), la mostra di disegni di Othmar Winkler allestita al “Soul bar” di Trento, anche se non è molto grande, è assai importante almeno per due motivi.

È ancora vivo il ricordo di quando, all’inizio degli anni Novanta, l’Artista offrì una serie di disegni, gessi e sculture, allora conservate nello studio di via Belenzani, al Comune di Trento. A fronte di tale ghiotta proposta il cieco Assessore alla Cultura di allora rispose con un categorico, offensivo rifiuto. Oggi, a venticinque anni di distanza, il suo successore Andrea Robol ha voluto personalmente inaugurare questa esposizione, a suggellare il “nuovo corso” dei rapporti fra la massima Istituzione cittadina e il massimo interprete dell’espressionismo scultoreo del Novecento. Alla mostra farà presto seguito un incontro pubblico ufficiale in sala Falconetto.

Secondo motivo importante è costituito dalla riproposta dei bellissimi disegni a carboncino, penna, china, pastello e acquerello che nel 1982 furono riuniti nell’ormai quasi introvabile libro “Trento–Trient” con testi di Aldo Gorfer. Costituiscono l’interpretazione sentimentale della sua città compiuta da un artista tanto irruento quanto attento ai dettagli più scabrosi, dove la capacità introspettiva propria del sociologo si somma alla padronanza assoluta delle tecniche grafiche. A mo’ di esempio qui mostriamo l’immagine di Vicolo dei dall’Armi, allora tristemente noto come “Vicolo dei drogati”.

La mostra, al “Soul bar” (via Santa Croce 59), rimarrà aperta fino al 30 giugno, dalle 7 alle 20.

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