Commercio di montagna

Una nuova idea di commercio, che punti a rilanciare e potenziare i centri storici, e a rafforzare la presenza degli esercizi commerciali nelle zone montane. Un commercio improntato alla salvaguardia del paesaggio, al riuso e alla progettazione di volumi di basso impatto ambientale. E’ il concetto che sta alla base della delibera approvata venerdì scorso dalla giunta provinciale di Trento, su proposta dell’assessore al lavoro e allo sviluppo economico Alessandro Olivi, che prevede lo stop all’insediamento di nuovi grandi centri commerciali monofunzionali in Trentino con superficie superiore ai 10 mila metri quadrati.

“Alla base – ha spiegato l’assessore Olivi – c’è un’idea di commercio vicina alla nostra vocazione di area alpina. L’obiettivo è favorire il risparmio di suolo e la valorizzazione del patrimonio esistente, con particolare riguardo ai centri storici e alla rete dei piccoli e medi negozi che popolano i territori più periferici. Abbiamo puntato su un distretto commerciale pluridimensionale, legato alla promozione 'dal basso' e al ruolo dei soggetti locali”.

Negli ultimi anni si è registrato un cambiamento nelle modalità di spesa da parte del consumatore: crescono gli acquisti effettuati via Internet, c’è maggiore attenzione per una spesa consapevole che privilegia i prodotti a chilometro zero e aumenta anche il numero di gruppi di acquisto.

La delibera trova l’appoggio dei rappresentanti dei commercianti. “Una scelta, frutto di un percorso condiviso, che va nella giusta direzione – ha commentato ai microfoni di Radio Trentino inBlu Massimo Piffer, presidente dei dettaglianti di Confcommercio –. I grandi centri commerciali hanno fatto parte di un’era di sviluppo che ora credo sia superata. Il nostro territorio, per la sua conformità orografica, è già sufficientemente provvisto di grandi strutture commerciali. E’ necessario valorizzare le medie e piccole imprese dei centri storici e nelle località periferiche”.

Divisi i consumatori. “E’ positiva la finalità della delibera, che mira a tutelare le piccole attività commerciali del territorio – ha commentato Salvatore Conte, responsabile di Adiconsum, l’associazione dei consumatori del Trentino. – Tuttavia ci sono consumatori che vedono nella presenza di grandi centri commerciali una possibilità di risparmio grazie alla concorrenza sui prezzi. Si scontrano, dunque, due tipi di mentalità: quella del consumatore attento e sensibile alla realtà territorio e quindi disposto anche a pagare di più per un prodotto e quella del consumatore attento soprattutto al prezzo”.

Critico Paolo Cunego, del Comitato difesa consumatori. “E’ anacronistico alzare barriere per evitare che la concorrenza arrivi in Trentino. In certi settori la concorrenza non ci sarebbe neppure. Ne è un esempio Ikea, che non avrebbe fatto concorrenza agli artigiani trentini, in quanto i suoi clienti non sono gli stessi che si rivolgono ad un produttore locale”.

Soddisfatti i sindacati. “Da un lato serve la ristrutturazione dei centri commerciali già presenti e dall’altro occorre dare un rilancio alle botteghe storiche” ha dichiarato Lamberto Avanzo, segretario di categoria della Cisl.

Resta il tema dell’apertura domenicale dei negozi, contro cui il sindacato si batte. Nei giorni scorsi le parti sociali hanno incontrato l’assessore Olivi e a breve avverrà un incontro anche con le organizzazioni datoriali. “Auspichiamo che si arrivi alla chiusura totale durante tutte le festività, con la possibilità di valutare alcune aperture domenicali in concomitanza di grandi eventi, come il Festival dell’economia”.

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