Restauro rifugio Stivo, “Un futuro all’altezza del suo passato”

I lavori al rifugio “Marchetti”
Questa che è alle porte sarà l’ultima estate senza il rifugio “Marchetti”. La storica struttura che si trova ad un passo dalla vetta del monte Stivo è interessata da diversi mesi da un intervento di generale e radicale ristrutturazione che ha impedito ai tanti appassionati di montagna altogardesani – e non solo – di poter godere della tradizionale ospitalità del rifugio e quindi almeno in parte anche di ciò che lo Stivo sa offrire. Perché poche volte, anche nel nostro Trentino fatto di montagne, capita che una cima sia così profondamente e storicamente legata al rifugio che vi sorge accanto.

Di quanto si sta facendo in cima allo Stivo si è parlato diffusamente qualche giorno fa in un’affollata serata pubblica allestita presso la sede della Sat di Arco. Un incontro importante, perché servito a dare risposte alle domande che i satini arcensi e altogardesani (e con loro una buona parte della popolazione che pur non essendo tesserato Sat frequenta le montagne della Busa) si pongono da un buon paio d’anni: quando riaprirà il rifugio? Come sarà gestito? A quale trasformazione sta andando incontro?

La serata è stata aperta con la proiezione del videodocumentario dedicato al rifugio, alla montagna e alla sua storia realizzato dal documentarista altogardesano Mauro Zattera. Un filmato nel quale, pur in sintesi, è stata raccontata la storia ormai più che secolare del “Marchetti” e le molte vicissitudini alle quali è andato incontro dal 1906 ai giorni nostri.

Molteplici sono state infatti le ristrutturazioni, gli ampliamenti e le modifiche subite dalla struttura di volta in volta resa più accogliente e capiente, peraltro senza mai stravolgerne l’aspetto. È più o meno quello che si sta facendo anche ora in cima allo Stivo, dove i lavori autunnali, sospesi durante l’inverno, sono ripresi proprio in questi giorni. L’intervento infatti è conservativo. Si andrà a realizzare un nuovo plateatico esterno in legno, un tetto in larice con camini ridisegnati, così come per l’entrata principale.

All’interno troveranno posto 22 letti e tavoli per 50 coperti. La struttura sarà completamente autonoma sia dal punto di vista idrico che elettrico (grazie a cisterne interrate e pannelli solari). Il tutto per rendere il “Marchetti” più confortevole per gli ospiti e più semplice da gestire per chi si assumerà questo onere, dopo le difficoltà incontrate nelle ultime stagioni su questo fronte. Il tutto con un investimento di circa un milione di euro e tempi ancora non del tutto certi.

All’incontro arcense, alle presenza sia del sindaco Alessandro Betta che del presidente della Sat provinciale Claudio Bassetti, si è fatto riferimento alla riapertura entro l’inverno, contando sulla possibilità di portare a termine i lavori durante i mesi estivi. Resta ancora da risolvere il nodo dei rifornimenti, da sempre punto debole del “Marchetti” per chi lo gestisce.

L’ipotesi della teleferica resta quella più auspicata. Poi, una volta conclusi i lavori – o in procinto di esserlo – si arriverà al bando di gestione, forse già in autunno. Il sindaco non ha avuto esitazioni indicando in Danny Zampiccoli la figura perfetta per lo Stivo. Il presidente Bassetti ha assicurato che sarà scelta “la persona più seria e affidabile” per assicurare al rifugio “Prospero Marchetti” un futuro all’altezza del suo glorioso passato.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina