Una domanda banale. In apparenza

Tutto parte da una domanda, all’apparenza banale. "Cosa è importante per te?". Pronunciata in determinati contesti, però, questa frase assume significati profondi e può portare con sé cambiamenti importanti. Ad esempio nell’ambito della salute mentale: anziché chiedere a un paziente "Qual è il tuo problema?", può essere più proficuo dire "Cosa è importante per te in questo momento?". In questo modo si toglie l’attenzione dal problema e si focalizza il punto di vista sui bisogni della persona. In modo più umano e consapevole. Questo cambio di prospettiva non significa — ovviamente — che si debbano ignorare le competenze dei professionisti, ma che il prendersi cura può (e forse dovrebbe) essere fatto "su misura" in base ai bisogni del paziente. Mettendo al centro la persona.

Questo modello è nato in Scozia e in Norvegia e ha coinvolto circa 30 paesi nei 5 continenti. L'approccio è in linea con i principi del "fareassieme", il modello della salute mentale di Trento che coinvolge utenti e familiari nelle attività e nei processi di cura. Ecco perché anche a Trento il 6 giugno si è celebrata la Giornata Mondiale del "Cosa è importante per te?". Gli operatori del Centro di salute mentale hanno posto la domanda agli utenti, registrando su una apposita cartolina le risposte e i reciproci feedback. L'operazione verrà ripetuta ogni mese. Un modo per ascoltare e dare veramente peso ai bisogni delle persone. Anche il Servizio di alcologia si è associato all’iniziativa e proporrà ai propri utenti la stessa domanda.

Questa iniziativa è cresciuta esponenzialmente negli ultimi due anni e in alcuni paesi sono stati i ministri della salute a spendersi in prima persona rispondendo alla domanda e promuovendo iniziative a tappeto in tutti i servizi socio-sanitari dei loro paesi, a partire da Scozia, Norvegia e Danimarca. Ma in più di 30 altri paesi in tutto il mondo la proposta si sta diffondendo in rete.

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