“Ora il carcere è più permeabile”

“Il carcere è parte della comunità e il garante deve fungere da ponte fra le due realtà”. Fabio Tognotti, direttore dell'Apas, l'associazione che si occupa dei detenuti e delle loro famiglie, ribadisce l'importanza dell'istituzione di un Garante provinciale dei detenuti.

Il consigliere provinciale Mattia Civico (Pd), proponente e primo firmatario del disegno di legge approvato, sostiene con decisione la necessità della creazione di nuovi percorsi di riscatto in modo da disincentivare suicidi, atti di autolesionismo e recidive al reato, problematiche, come ribadisce, fortemente presenti a livello nazionale. Oltre al compito di supervisione, il garante ha anche, sostiene Civico, l'opportunità di migliorare il clima nei penitenziari, sia per i detenuti che per tutti quelli che lavorano in tali strutture. Tognotti, da parte sua, sottolinea il ruolo del carcere come parte attiva della comunità: la soluzione dei problemi che riguardano il carcere è dunque nell'interesse stesso di tutti i cittadini.

Su posizioni diverse i consiglieri provinciali Claudio Cia (Gruppo Misto) e Maurizio Fugatti (Lega Nord Trentino), che si sono opposti all'istituzione dei garanti provinciali, principalmente per i costi aggiuntivi che due nuove figure istituzionali richiedono. Cia ha insistito sull'inutilità di separare dal Difensore civico il ruolo del garante dei minori, poiché “da anni operano in modo perfettamente unitario e funzionale e una nuova nomina comporterebbe solo un aumento dei costi per i posti di lavoro”. Fugatti ha sostenuto che questo non sarebbe stato il momento migliore per approvare il disegno di legge, così come il consigliere Rodolfo Borga (Civica Trentina), che ha sottolineato “si tratta di una figura di cui non si sente alcun bisogno”. Il dibattito si è risolto con l’inserimento nel disegno di legge di alcuni emendamenti proposti dalle minoranze.

Dopo l’approvazione, Civico ha ringraziato i sostenitori, i detenuti e gli agenti di polizia penitenziaria, dedicando la nuova legge a padre Fabrizio Forti, scomparso nel 2016 e figura di riferimento per il mondo carcerario. “Questa legge – ha concluso – è un passo avanti per la difesa dei diritti umani”.

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