Nuovo volto per la Confraternita dei Ciusi e dei Gobj

Tra le tante novità delle Feste Vigiliane del 2017, risalta la nuova raffigurazione grafica della Confraternita dei Ciusi e dei Gobj, insieme alle nuove mascotte delle due fazioni. Nati dall'artista Fulber, nome d'arte per Fulvio Bernardini, i nuovi simboli aiuteranno a ringiovanire, ma al tempo stesso a radicare la tradizione delle feste del patrono, cominciata nel 1984 e divenuta parte della storia della città. Fulber si è dunque dedicato ad illustrare le mascotte delle due famose fazioni dello scontro del VI secolo, dove i Trentini (Gobj) difesero la città dall'assalto dei Feltrini (Ciusi).

Dall'opera “Una mascotte per i Gobj” è nata così l'aquila vestita con i tipici abiti grigio-neri dei Trentini e la maschera nera. L’aquila, simbolo della città, solleva il paiolo della polenta appena conquistata nella contesa con i Ciusi ed è affiancata dalla “Strozzera”, la maschera della donna trentina forte e coraggiosa, che aiuta l'uomo durante la Disfida; per i Ciusi, invece, il gatto vestito giallo-rosso con i pallini neri, e con la maschera rossa, nell'atto di arraffare la polenta, brandendo la propria bandiera di fronte alle antiche mura della città. In entrambe le raffigurazioni, sullo sfondo troneggiano la Torre Civica e le mura di Piazza Fiera, in omaggio al luogo dove si svolge la ricostruzione storica.

Le due mascotte sono le protagoniste del nuovo logo della Confraternita dei Ciusi e dei Gobj. La Confraternita, attualmente composta da circa un centinaio di persone, si è costituita in forma autonoma nel 1989 ed ha lo scopo di preservare la storica “Mascherada”, mantenendo sempre viva questa tradizione popolare. Nel nuovo logo, l'aquila trentina e il gatto feltrino sono raffigurati a contendersi il paiolo, sotto alle loro maschere identificative e alla Torre Civica. Un'illustrazione ricca di riferimenti storico-medievali e degna celebrazione dei 40 anni di attività artistica di Fulber che, dopo il suo esordio presso Vita Trentina nel 1977, ha dato vita, assieme al giornalista e scrittore Mauro Neri, ad alcuni dei simboli più famosi della regione.

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