Bersaglio grosso

È nato circa 50 mila anni fa, accompagnando l'evoluzione dell'uomo almeno quanto la ruota e il remo. Ma se in tutte le più antiche civiltà – dall'egizia alla cinese, dalla greca alla romana – l'arco è stato utilizzato per la guerra e per procurarsi il cibo, in Trentino invece, oggi, serve per andare a caccia di medaglie.

“Nella nostra provincia, il tiro con l'arco – approdato in Italia nel secondo dopoguerra grazie alle truppe alleate – si è sviluppato all'inizio degli anni Ottanta tra Rovereto, Trento e Baselga di Pinè, le colonne portanti del movimento locale”, spiega Daniele Montigiani, presidente del Comitato Regionale Trentino della FITArco. “Con il tempo, questa disciplina sportiva ha preso sempre più piede a Rovereto e Baselga, comuni diventati i pilastri dell'arcieria italiana e non soltanto provinciale. Il numero di vittorie dell'A.P.D. Kosmos, ex Kappa Kosmos, e della Compagnia Arcieri Altopiano Pinè, due delle sei società trentine (vedi riquadro) affiliate alla Federazione, copre infatti il 75 per cento dei titoli nazionali degli ultimi trent'anni”.

Gli atleti provinciali eccellono in tutte e tre le divisioni: arco nudo, olimpico e compound. “Un'arciera fenomenale è la valsuganotta Eleonora Strobbe, vicecampionessa del mondo nella categoria nudo. È l'arco di nuova generazione, senza alcun supporto di mira e costruito in materiale pregiato: alluminio, carbonio, fibra composita o bambù. Niente a che vedere, insomma, con l'arco di legno alla Robin Hood”, sottolinea Montigiani, che è anche vicepresidente, direttore sportivo e atleta dell'A.P.D. Kosmos. “Nella specialità dell'arco olimpico, quella che si vede appunto alle Olimpiadi e che ha un ausilio per la mira e degli stabilizzatori per migliorarla, primeggiano Elena Tonetta, Gloria Filippi, medaglia d'oro ai Giochi giovanili estivi di Singapore 2010, Cristina Ioriatti, Amedeo Tonelli e Jessica Tomasi”.

Nel compound, invece, “sfrecciano” le promesse azzurre. “È l'arco usato da Rambo, molto preciso e potente, con carrucole che permettono di moltiplicare la velocità in uscita. La Nazionale juniores è composta da Manuel Festi, Jesse Sut e Viviano Mior, tre atleti dell'A.P.D. Kosmos reduci dal bronzo a squadre conquistato a Maratona nella prima tappa dell'European Youth Cup”, afferma Montigiani. “Proprio in Grecia ha brillato un'altra stella roveretana, quella di Elisa Roner, classe 2001, che ha vinto l'oro nel mixed team Allievi, nella gara a squadre e nell'individuale. Elisa è allenata dalla nonna, l'ex campionessa azzurra Iosè Fontana”.

Complessivamente, dei 25.000 tesserati alla FITArco, circa 400 sono trentini. “Ma in realtà il numero degli appassionati, ovvero di coloro che non partecipano a competizioni, si aggira sugli 800. Merito anche dei rapporti instaurati con varie scuole del territorio”, fa notare Montigiani. “Uno dei promotori dell'attività sull'altopiano di Pinè, rivolta alle Elementari, è Aldo Maccarinelli. Alle Medie si dedicano la Compagnia Arcieri Tridentini 'Aquila Nera' di Trento e l'A.S.D. Arcieri Virtus Riva, mentre la roveretana A.P.D. Kosmos si divide tra scuole elementari, medie e superiori”.

A “fare scuola”, in Trentino, sono pure le infrastrutture. “Il 'Centro Baldresca' di Rovereto, con i suoi 25 posti letto e 12.000 metri quadrati di superficie esterna, è unico in Europa e nel 2018 aprirà la Youth Cup. Altre strutture attrezzate possiamo trovarle in Val di Non, a Sopramonte e a Spormaggiore, nei pressi di Castel Belfort”, chiosa Montigiani. “Il tiro con l'arco non è solo sport, ma anche turismo. Richiamando nella nostra provincia decine di nazioni, è inoltre uno strumento sociale. Pure una delegazione brasiliana, a fine maggio, è stata ospite della 'Baldresca', Centro Tecnico Federale giovanile nel quale si sono recentemente radunati i 18 arcieri italiani del progetto 'Talenti2020', finalizzato alle Olimpiadi di Tokyo”.

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