Quando pesa il turismo leggero?

A Lasino un incontro per fare il punto sulla ricettività complementare in Trentino: tra gli elementi distintivi dell’offerta, la qualità dell’accoglienza ricopre un ruolo preponderante

Relax nella natura, clima familiare e gestione libera del proprio tempo sono, dai primi anni Settanta, gli elementi distintivi della vacanza trentina in agriturismo. La possibilità di interagire con il conduttore di una struttura ricettiva permette al turista di fruire di informazioni costanti e puntuali circa il territorio da visitare e le opportunità che in esso trovano sbocco, dalla gastronomia tipica alla storia locale, dagli intrattenimenti culturali alle escursioni.

Seduce il contatto diretto con la ruralità e i prodotti tipici, il connubio tra agricoltura e turismo tanto decantato di fronte all’elevato peso del turismo sull’economia trentina, fenomeno di assoluta rilevanza mantenutosi inalterato o addirittura cresciuto pure in quest’ultimi anni di mercato in affanno.

Per fare il punto sulla ricettività leggera in Trentino e segnatamente il “Turismo per famiglie in Valle dei Laghi”, il Distretto famiglia della Valle dei Laghi ha dato appuntamento a Lasino “per scoprire opportunità e vantaggi” dell’offerta ricettiva complementare ovvero quell’insieme di formule ospitali sia nelle forme più tradizionali (campeggi, affittacamere, case per ferie) che in quelle diffuse in voga di questi tempi (b&b, agriturismi, fattorie didattiche).

Ai presenti, con tanto di risposte inerenti i finanziamenti, le norme igienico sanitarie, i regimi fiscali e le pratiche amministrative, sono stati indirizzati i saluti dei referenti Nicola Frizzera e Rosanna Bolognani, per i quali la “Valle dei Laghi vuole sviluppare un turismo leggero senza competere con il Basso Sarca”, seguiti dall’intervento di Francesca Tabarelli de Fatis per l’Agenzia provinciale per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili sulle modalità di assegnazione del marchio “Family in Trentino” alle attività agrituristiche.

Qualcosa come 8.226 imprese agricole in Trentino delle quali 289 in Valle dei Laghi, 446 agritur di cui 9 tra Cavedine e Terlago (la Val di Non, quella con la maggior consistenza, ne conta 89) per un totale di 29 stanze e 70 posti letto, mentre si contano in Trentino all’incirca 400 b&b, novanta dei quali orientati in un’ottica “family friendly”. Tra gli elementi distintivi e qualificanti della loro offerta, la qualità dell’accoglienza ricopre un ruolo preponderante, senz’ombra di dubbio tra i più graditi.

I clienti – testimonia Alessia Quaglio, titolare di un b&b sull’Altopiano di Pinè – si lasciano ispirare dai principi dell’accoglienza cordiale e amichevole e dall’unicità dell’esperienza così come il Trentino vuole ormai da un decennio in un “territorio accogliente e attrattivo per le famiglie e i soggetti che interagiscono con esse”.

Promuovere un turismo lento, sensibile alla scoperta del territorio e attratto da prodotti e tradizioni locali, è l’obiettivo messo nero su bianco nella sintesi dei lavori del Tavolo territoriale della Valle dei Laghi quale conseguenza di un territorio attrattivo e competitivo. Un turismo che deve poter contare su modelli di ricettività diffusa capaci di fare la differenza. Ma c’è spazio per uno sviluppo dell’agriturismo in Valle dei Laghi? Ad azzardare una risposta è Stefano Marchio, funzionario del Servizio agricoltura provinciale: “Forse sì, anche se i contributi (Piano di sviluppo rurale 2014-2020) sono molti meno che in passato e sembra più difficile parlare di reali politiche di sviluppo”.

Alle forme di finanziamento territoriale ha fatto poi cenno il direttore tecnico del Gal Trentino centrale, Gino Stocchetti, quando invece l’Agenzia per la famiglia, nella figura di Matteo Ferrari, ha chiarito le modalità di presentazione delle domande per l’assegnazione del marchio laddove gli standard di servizio e le linee tariffarie soddisfano i requisiti generali del progetto “Amico della famiglia”.

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