Vini marchiati Cembra

La dicitura che evidenzia il territorio di produzione può essere riportata sulla bottiglia. Ma non risolve il problema della valorizzazione della valle e dei suoi prodotti. Va sfruttata meglio la strada delle Dolomiti

Dalla prossima vendemmia i produttori di uva e le cantine della Valle di Cembra possono indicare con evidenza sulle bottiglie la denominazione Trentino superiore sottozona Cembra o Valle di Cembra. Lo prevede l’allegato 5 del provvedimento del MIPAAF datato 26 luglio 2016, inviato a Bruxelles per il riconoscimento definitivo da parte dell’Unione europea.

L’autorizzazione vale per i seguenti vini: Muller Thurgau, Pinot nero, Riesling renano e schiava (gentile,grossa, grigia) prodotti da uve provenienti dai Comuni catastali di Faver, Grumes, Valda, Cembra, Lisignago, Giovo, Lona Lases e Segonzano. I vigneti devono rispondere a precisi requisiti di posizione ed esposizione elencati in dettaglio per singola varietà. Il documento detta anche norme per la viticoltura (produzione massima di uva e di vino a ettaro), la vinificazione (titolo alcolometrico minimo naturale) e le caratteristiche che devono avere i vini all’atto della immissione sul mercato.

L’articolo 7 riguardante designazione e prenotazione precisa che accanto alla specificazione della sottozona Valle di Cembra o Cembra può essere utilizzata la menzione vigna, seguita dal relativo toponimo o nome tradizionale a condizione che vinificazione e conservazione del vino avvengano in recipienti separati e che tale menzione sia riportata anche sulla denuncia delle uve, nei registri e nei documenti di accompagnamento.

Per scendere al pratico potrà utilizzare la menzione Vigna, ad esempio, Italo Piffer comproprietario del vigneto di Muller Thurgau più alto della Valle di Cembra (800 metri di altitudine) denominato “Alle forche”.

La stessa menzione potrà essere usata per i vigneti che producono altre varietà di uva. Grazie ai consulenti delle cantine, ma anche all’intraprendenza di singoli viticoltori negli ultimi 20 anni sono stati piantati vigneti in siti (toponimi) perfettamente rispondenti alle esigenze dei singoli vitigni.

Il provvedimento del MIPAAF e il duplice riconoscimento (nazionale ed europeo) della sottozona Cembra o Valle di Cembra ha colmato una lacuna già oggetto di richieste inevase negli anni scorsi. Nel volume “Valle di Cembra, il territorio, la gente, il vino” pubblicato nel 2013 in occasione della 25a edizione della rassegna internazionale del Muller Thurgau è riportato un magistrale articolo di Andreas Merz, giornalista della rivista svizzera Merum intitolato “Cembra, la Valle dei senza nome”.

La denuncia è chiara e documentata: “I vini della Valle di Cembra non posseggono un nome proprio. Fino ad oggi (2013) a questi vini non è stata concessa una propria denominazione. Essi possono fregiarsi della DOC Trentino o dell’indicazione geografica sovraregionale IGT Dolomiti”.

Nella parte finale dell’articolo il giornalista plaude all’iniziativa di un gruppo di viticoltori di Cembra che hanno provato ad uscire dall’anonimato costituendosi in un consorzio privato denominato “Cembrani Doc”.

Lo stesso presidente del nuovo consorzio afferma: ”La sottodenominazione Cembra nella Dc Trentino sarebbe la soluzione migliore”. Ma con regole severe! (postilla del giornalista).

La richiesta è stata esaudita. Si tratta ora di valorizzarla ben oltre la scritta o le menzioni da riportare sulle bottiglie. Intendiamo riferirci all’enoturismo e alla necessità di utilizzare meglio la strada delle Dolomiti che attraversa l’intera Valle e porta i turisti d’estate e d’inverno nelle Valli di Fiemme e di Fassa.

L’ultimo giro ciclistico d’Italia ha valicato la valle di Cembra con un percorso in altura che ha consentito di vedere in basso Palù di Giovo. I cronisti hanno parlato a lungo dei fratelli Moser e di Gilberto Simoni, ma non hanno speso una parola per la viticoltura e i vini della Valle di Cembra.

Hanno usato frasi iperboliche solo quando hanno messo gomme (macchina) in Val di Fassa. Mario Poier è convinto sostenitore del ruolo che la strada delle Dolomiti potrebbe avere se chi la percorre avesse motivo ed opportunità per fermarsi, assaggiare, conoscere ed apprezzare vini e grappe e parlare con la gente.

Poier ha anche un’altra proposta: “Produrre un vino composto da uve a frutto bianco (Muller Thurgau, Riesling renano, Kerner e incrocio Manzoni) denominato Cembra. La normativa lo consente espressamente”.

Se ne potrebbe parlate in occasione dell’ormai prossima rassegna del Muller Thurgau.

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