Col beato Pier Giorgio

Nel ricordo di Frassati domenica l'ascensione a Latzfons con Azione Cattolica, Montagna Giovani e Vita Trentina

Prima di partire, mentre l'aria frizzante del mattino pizzica e il cielo appare indeciso, un cerchio di preghiera, nello stile del giovane leader Pier Giorgio, ha reso subito presente il messaggio di Frassati, “uomo delle beatitudini”, morto il 4 luglio 1925. “La carità di Cristo ci abbisogna” – dice una delle frasi inserite nella lode mattutina e ancora, quanto mai attuale: “Con la violenza si semina l'odio, colla carità si semina negli uomini la Pace”.

Hanno camminato davvero “verso l'alto”, secondo il motto del “tremendo alpinista” ricordato in questa quinta settimana nazionale su tutti i Sentieri Frassati d'Italia, i quasi 50 partecipanti all'escursione verso il santuario di Santa Croce di Latzfons, con i suoi 2311 metri la più alta dei Sentieri Frassati.

Erano in gran parte giovani, invitati anche dal nostro settimanale e coordinati dall'Azione Cattolica trentina con la sua presidente Anna Rigoni e l'assistente ecclesiale don Giulio Viviani. Nutrito il gruppo di “Montagna giovani”, la realtà diocesana presieduta da Davide Lo Turco e aggregata a Noi Oratori, che ogni mese propone un'escursione in montagna in stile frassatiano, secondo un programma avviato dal nostro indimenticabile collega Michele Niccolini, scomparso due anni fa e ricordato nella Messa.

Davanti al suggestivo “Cristo Nero” che – secondo la tradizione – fu portato ai piedi del monte Rizlar e difese dai fulmini i montanari altoatesini, il gruppo trentino ha pregato nella Messa d'alta quota per il cammino anche di quanti sono rimasti a casa.

Nell'omelia, centrata sull'evangelico bicchiere d'acqua offerto a un piccolo, don Viviani ha presentato Frassati come un testimone di carità: “Uno che non si è limitato a dare un bicchiere d'acqua fresca, ma ha dato molto di più. Pier Giorgio Frassati, infatti, ha fatto della sua breve vita un dono d'amore per gli altri, nello stile della croce, che è lo stile del dono di sé anche, se occorre, fino al sacrificio”.

Ricordando alcuni aneddoti riferiti dai familiari (alcuni erano saliti proprio a Latzfons nell'agosto di cinque anni fa ad inaugurare questo Sentiero Frassati dell'Alto Adige), don Giulio ha sottolineato la sua abitudine di tenere in tasca un foglietto con l'inno alla carità della prima lettera ai Corinzi: “Di questa Parola Pier Giorgio ha fatto uno stile di vita!”.

Viviani ricordava ancora che “l'amore umano necessariamente deve passare attraverso l'amore di Dio; solo allora diventa secondo, allora diventa autentico. Pier Giorgio Frassati ci sta davanti come capocordata come colui che ha capito tutto questo; non ha tenuto per sé la propria vita; l’ha data, l’ha offerta e l'ha trovata”:

Nella suggestiva camminata fra i mughi e le sorgenti impetuose, il gruppo trentino ha ricordato anche tanti giovani e ragazzi impegnati in queste settimane estive nei campeggi. L'invito alla responsabilità di Frassati (“non vivacchiare, ma vivere”) può arrivare anche durante il sentiero di rientro, quando il sole al tramonto favorisce un passo più lento e una riflessione più profonda.

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