Stava, le tracce del fango

Stava, partecipazione viva per il 32° anniversario. Il ricordo della tragedia per riflettere sulle responsabilità di oggi

Il ricordo della tragedia di Stava non si assopisce. Il fluire degli anni, ora sono 32, non spegne la volontà delle famiglie coinvolte di riportare alla memoria gli affetti cancellati da una improvvisa colata di fango. “Oltre alla dimensione personale – spiega Michele Longo, della Fondazione Stava 1985 Onlus – c’è l’esigenza di tramandare l’accaduto alle nuove generazioni. È importante dare un'informazione accurata di quanto successo e chiarire le problematiche che nascono da una non corretta gestione del territorio. Infine far riflettere sulle conseguenze derivanti da responsabilità personali e d’impresa”.

La Via Crucis lungo la val di Stava, partita martedì dalla località Pesa per concludersi davanti alla chiesetta della Palanca, è stata ancora una volta il momento di più intenso raccoglimento per la comunità di Tesero e per i familiari delle vittime. Proposto quasi con pudore dal parroco del tempo, don Giovanni Conci, costituisce ancora oggi un momento di intensa partecipazione e commozione con la lettura, lungo le varie stazioni, dei nomi delle 268 vittime. La celebrazione religiosa di suffragio in memoria si è tenuta alle 18.30 di mercoledì 19 luglio, anniversario della catastrofe, nel cimitero monumentale di San Leonardo a Tesero rimesso a nuovo l’anno scorso con la benedizione solenne di Lauro Tisi, arcivescovo di Trento. Il rito religioso è stato preceduto, alle 17.30 dalla deposizione di un mazzo di fiori sul monumento antistante la chiesetta della Palanca di Stava per iniziativa degli Alpini delle Sezioni ANA di Tesero e Longarone. L’omaggio floreale è il segno tangibile della vicinanza di Stava con le popolazioni del Vajont, legame sempre più forte nonostante il trascorrere del tempo.

La commemorazione si concluderà venerdì 21 alle 21 nella parrocchiale "S. Eliseo" di Tesero con il concerto dell'ensemble Canticum Novum di Moena. Ancora una volta al linguaggio delle musica sarà demandato il compito di arrivare dove le parole fanno fatica. “Dopo il trentesimo anno dall’evento – spiega il parroco don Bruno Daprà- la comunità ha preferito mantenere il ricordo in una cornice più intima. I momenti di riflessione risultano comunque molto partecipati e, nonostante il periodo estivo connotato da momenti di svago, Tesero ha vissuto in maniera profonda il ricordo della tragedia. Tra noi anche una forte presenza dei famigliari provenienti da altre zone d’Italia accomunate dallo stesso lutto”.

Il crollo dei bacini sovrapposti realizzati per la decantazione e lo stoccaggio dei residui dalla lavorazione della fluorite avvenuto alle 12 e 22 minuti il 19 luglio 1985 non si dimentica. Lo testimonia la continua frequentazione da parte di molti visitatori del Centro di documentazione a Stava (aperto al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18) e del sentiero della memoria sul Monte Prestavèl. Anche se le tracce della colata di fango che provocò la morte di 268 uomini, donne e bambini, il ferimento di altre venti persone, la distruzione completa di tre alberghi, di 53 case d’abitazione, sei capannoni e otto ponti sono state cancellate, rimane nella comunità di Tesero una profonda cicatrice difficile da rimarginare.

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