Sui passi di San Giacomo

A San Giacomo il Maggiore è legata la tradizione secolare del Pane dell'ospitalità, che si rinnova ogni anno a fine luglio

La Benedizione del Pane ha rappresentato anche quest’anno il momento più significativo dell'annuale, sentita ricorrenza in onore di San Giacomo Apostolo domenica 23 luglio, presso l' antico Eremo dedicato ai Santi Giacomo e Silvestro al Monte “Priorato dell'Arcipretura di Arco”.

Un Pane benedetto e spezzato tra i fedeli, quale richiamo alla condivisione tra le famiglie e le comunità, oltre che a protezione di calamità e malattie. Un Pane poi portato anche a casa dai tanti pellegrini, sia cittadini che turisti, saliti dall'Alto Garda sulle pendici del Monte Velo a quota 774 slm, oltre che per godere di uno spettacolare panorama sul Sommolago, per rinnovare una tradizione secolare. Una tradizione, che ha visto quest'anno il ritorno del pellegrinaggio a piedi.

Un percorso molto più breve e agevole del cammino, che ha come meta il celebrato Santuario della Galizia a Santiago di Compostella. Piuttosto apprezzato, comunque, dai pellegrini che, aiutati da momenti di riflessione, preghiera e silenzio, hanno raggiunto l'Eremo, impegnandosi a preparare altre esperienze di pellegrinaggio, a partire dal vicino sentiero Frassati, il quale ha inizio proprio dalla città di Arco, per proseguire con il cammino di Santiago sui passi dello stesso San Giacomo.

Ad accogliere i pellegrini, offrendo loro un sobrio ristoro a cui ha contribuito anche l'Amministrazione Comunale, non potevano mancare i volontari del Circolo Rocreativo locale che, in collaborazione con la Parrocchia di Bolognano – Vignole – Masi proprietaria dell'Eremo con annesso Romitorio, garantisce la manutenzione e l'apertura del sito, in particolare nel corso dei mesi estivi.

La visita guidata dal prof. Flavio Tamburini, alla scoperta dei tesori monumentali della chiesa e pertinenze, ha introdotto la partecipata celebrazione, accompagnata dai coristi dell'Oltresarca arcense. Una celebrazione guidata dai parroci, di ieri don Giovanni e di oggi don Franco, che hanno impartito la Benedizione al Pane di San Giacomo, ricordando l'importanza della frequentazione e custodia del Santuario nel corso di tutto l'anno, anche attraverso le proposte di carattere spirituale e i necessari costanti lavori di ristrutturazione dell’Eremo, al fine di offrire un'adeguata ospitalità ai pellegrini e viandanti.

Un luogo, del resto, che da sempre ha rappresentato una tappa strategica di congiunzione tra l'Alto Garda, la Val di Gresta e la Vallagarina. Oggetto di studi e di ricerche, sia nel passato anche recente (vedi, a titolo di esempio, gli studi dello storico di Arco Romano Turrini e l'opera "I Custodi del Silenzio – La storia degli eremiti del Trentino", 2º volume, di Alberto Folgheraiter); sia nel presente. A questo proposito, da segnalare la tesi di laurea, presentata lo scorso 17 luglio e curata dalla dott. Stefania Dassati, di Massone d'Arco, "L'Eremo di San Giacomo: un luogo impregnato di semplicità e preghiera nella comunità dell'Oltresarca"; oltre che le ricerche condotte in questi mesi dall'Università degli Studi di Padova, attraverso la scuola di archeologia partecipativa in Oltresarca “Paesaggi, persone e storie di pietra”.

Dal punto di vista storico-religioso, unitamente a San Lorenzo in Troiana e a Sant'Apollinare a Prabi, San Giacomo costituiva un “Priorato dell'Arcipretura di Arco”. Dal lato architettonico l'Eremo si identifica con una robusta costruzione in stile romanico, dotata di campanile massiccio come una torre e annesso romitorio; quasi un balcone sull'Alto Garda e sula Valle di Ir, realizzato probabilmente sui resti di un tempietto pagano. Il documento più antico, che attesta la presenza dei monaci, è datato 1288. Una pergamena ricorda come un certo Alberto “de Prato” da Bolognano vendette un pezzo di terra arativa nell'Oltresarca, per 7 lire di piccoli veronesi, ad Albertino monaco di San Sivestro.

Nominata nell'anno 1309, inserita nell'elenco delle 20 chiese del territorio giudicariese, fu assegnata con i relativi diritti all'arciprete di Arco Paolo de Fasolis, con i relativi possedimenti davvero consistenti. Ampliata verso il 1595 e oggetto lungo i secoli di varie ristrutturazioni, presenta al visitatore pregevoli affreschi raffiguranti varie scene della Passione, della Madonna con Bambino e di Santi come San Giuseppe e San Romedio con l'orso, oltre ai titolari dell'Eremo, ovvero San Silvestro Papa e gli Apostoli Filippo, Giacomo il Minore e Giacomo il Maggiore.

A San Giacomo il Maggiore è legata, in particolare, la tradizione secolare del Pane dell'ospitalità. Negli Atti Visitali del 1768 si ricorda che “a questa chiesa i massari distribuiscono un piccol panetto o chizzolo ogni uno, e questi li fanno di formato quadrato”. Il Pane veniva impastato con la farina, raccolta durante la questua tra i contadini della piana del Sarca.

Da ricordare come, dall'anno 1871, il Santuario di San Giacomo viene amministrato dalla Comunità di Oltresarca. Il 30 agosto di quell'anno l'arciprete di Arco stipulò una convenzione. Quelli di Oltresarca avrebbero provveduto al mantenimento della chiesa e del Priorato, mentre l'arciprete avrebbe conservato, per sè e per i suoi successori, il titolo di Priore di San Giacomo e il diritto a trascorrere nell'Eremo, incorporato nella chiesa, le vacanze estive. La Comunità di Oltresarca avrebbe dovuto, tra gli altri adempimenti, provvedere al pranzo per i preti e, soprattutto, alla consueta distribuzione del Pane nel giorno della festa del Santo il 25 luglio.

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