“Un fallimento collettivo”

Dopo l’omicidio-suicidio di lunedì a Tenno, il sindaco richiama l’importanza del dialogo e dell’ascolto. E il parroco: “Stiamo vicini alle famiglie”

Ma perché lo ha fatto? Quali motivi lo ha spinto ad arrivare a compiere quel terribile gesto? Erano così felici, perché? Qualcosa ha incrinato il loro legame?

Cosa è scattato nella mente di Mattia Stanga quando, in un pomeriggio di fine luglio, con quattro spari di pistola ha colpito a morte la sua fidanzata, Alba Chiara Baroni, per poi togliersi la vita?

Sono questi gli interrogativi che da lunedì sera si addensano nell'opinione pubblica trentina e ancora di più nella comunità di Tenno, dove, in via delle Cesure, si è consumata la tragedia.

La piccola comunità dell'Alto Garda è piombata nell'incredulità e nello sgomento. Perché il femminicidio non è un fatto privato, riguarda l'intera collettività, tocca tutti da vicino. E fa anche paura interrogarsi su cosa possa determinare un “bravo ragazzo” ad uccidere la persona che amava da tempo e con la quale voleva costruire una vita insieme. Nulla lasciava presagire il tragico epilogo. Lui, 24 anni, dipendente delle Cartiere del Garda e vigile del fuoco volontario, “serio e sempre pronto a dare una mano”. Lei, 22 anni, faceva la barista all'Hotel Mirage, sempre a Riva, con la passione per l'arte e l'hockey su prato, “una ragazza volenterosa, amata e solare”.

Per gli inquirenti rimangono pochi elementi da chiarire; sono in attesa dei risultati delle verifiche sui tabulati telefonici dei due giovani, per ricostruire i momenti prima della tragedia. Tra le ipotesi il fatto che il ragazzo avesse chiamato la fidanzata per un’urgenza o forse minacciando di togliersi la vita, dal momento che l’auto di lei è stata trovata con una portiera lasciata aperta, a segnalare la fretta di entrare nella casa del ragazzo. Nel paese di Tenno prevale la pietas, che porta a stringersi attorno al dolore lacerante di due famiglie benvolute in attonito silenzio. “In questi tragici casi il silenzio è l’atteggiamento più adeguato per dimostrare la nostra vicinanza e amicizia. Far capire a queste due famiglie che il nostro cuore c’è, con rispetto e senza giudizio”, riflette il parroco di Tenno, padre Francesco Pavesi, tra i primi a portare conforto al dolore dei genitori delle due giovani vittime. “La gente è molto scossa – spiega a caldo ai microfoni di radio Trentino inBlu – non si capacita che fatti di tale gravità possano accadere sotto la porta di casa, in un paese dove si conoscono tutti. E’ difficile dare una spiegazione, ci ritroviamo nella dimensione del mistero dell’uomo e della vita”.

Mentre gli amici riversano sui social messaggi di ricordo e di cordoglio affidando al loro “angelo in cielo” ciascuno il proprio smarrimento, intanto per la tragedia, per rispettare le volontà dei familiari, non sarà proclamato il lutto cittadino e non sono previste fiaccolate di commemorazione. Si attende ancora il nulla osta per i funerali dei due giovani che saranno celebrati in momenti separati. Lo fa sapere il sindaco del piccolo comune altogardesano, Gian Luca Frizzi, che si fa carico della sofferenza della sua comunità e parla di “un fallimento collettivo”. “Mi ha colpito – precisa – come un ragazzo altruista, impegnato a salvare la vita degli altri in caso di incendio, abbia potuto commettere un atto opposto al suo stile di vita. C’è da riflettere se non siamo stati noi adulti a sbagliare qualcosa, forse nell’incapacità di dialogo e di ascolto, se questo ragazzo non è riuscito ad esprimere la sua angoscia, il suo turbamento in famiglia, ai suoi compagni vigili del fuoco, nella comunità, a trovare un appiglio di speranza nella fede”. La voce del sindaco si spezza dalla commozione.“Facciamo appello alla nostra forza interiore per proseguire il cammino e mostrare la nostra vicinanza ad un dolore inimmaginabile, in silenzio e con un abbraccio collettivo”.

Non deve, invece, calare il silenzio sulla piaga sociale del femminicidio, che in Italia (lo si è visto all'indomani anche in Friuli) colpisce una donna ogni due giorni. Ed è solo la punta dell'icerberg più visibile.

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