La Marmolada, l’Amazzonia e il fronte animalista

Gli impegni della Giornata nazionale per il Creato del primo settembre, che in diocesi sarà vissuta a Pinzolo domenica 10 con l’Arcivescovo Lauro in una riflessione itinerante, ci incalzano sulla spinta di alcuni eventi di agosto. Cogliamo le “pulizie” avviate in Marmolada, la ripresa dello sfruttamento in Amazzonia e la protesta di alcune sigle animaliste come segnali che mettono a dura prova l’ecologia integrale propugnata due anni fa dal Papa nella fondamentale “Laudato si’”. 

Dal Viel dal Pan, il verde balcone affacciato sulla Regina delle Dolomiti, mette tristezza osservare come il mantello candido della Marmolada vada sporcandosi e ritirandosi a vista d’occhio. Questa ridotta copertina di ghiaccio sotto Punta Penìa ci rinfaccia le inesorabili conseguenze del cambiamento climatico, provocato da varie forme di inquinamento e destinato a ridurre le indispensabili risorse idriche.  Non è soltanto simbolica l’iniziativa del Comune di Canazei che in questi giorni realizza con i volontari una sistematica azione di pulizia, avviata negli anni scorsi da Mountain Wilderness ed ora appoggiata anche dalla Provincia,  per “liberare” i ghiacci al loro ritiro da tonnellate di rifiuti riversate dal turismo funiviario. Vale come piccolo esempio di responsabilità individuale e di paese, buona pratica raccomandata in ogni ambito: comincio dal mio rubinetto e dal mio acquedotto a risparmiare acqua. Ma è anche un insufficiente risarcimento che impone anche in quest’estate baciata dal boom degli arrivi un ripensamento rispetto a modelli turistici del passato, fondati su ambizioni quantitative invece di esigenze qualitative. Vanno nella direzione del turismo sostenibile indicato dal Messaggio dei Vescovi (vedi pag 13) i mercoledì vietati al traffico stradale sul passo Sella e forse anche l'ipotesi di riconvertire l’area di Passo Rolle dalla monocultura dello sci da discesa. Sulla “sproporzione” degli investimenti funiviari rispetto ad altre formule turistiche urge in generale un coraggioso “mea culpa” di respiro provinciale, per non farsi ancora sopraffare da logiche ispirate a quello che il Papa chiama “paradigma tecnocratico”.

Dalla Marmolada all’Amazzonia, avvicinate dall’interdipendenza planetaria documentata dall’enciclica “verde”; essa cita come esempio il polmone brasiliano del pianeta “colmo di biodiversità”, sul quale gravano “enormi interessi economici internazionali”. Ebbene,  pochi giorni fa, un decreto del presidente brasiliano  Michele Temer ha abolito la riserva della Renca, un’area vergine di 46 mila chilometri quadrati (le dimensioni della Danimarca, per intenderci), riaprendo la planetaria “corsa all’oro” e agli altri minerali. Per salvare l’ossigeno e le popolazioni locali (“nemmeno consultate”) la Chiesa brasiliana si è già duramente espressa denunciando “l’offesa alla democrazia brasiliana e il tentativo di attrarre investimenti stranieri”. Se non lo fermeranno i ricorsi ambientalisti (il primo è stato accolto), il governo brasiliano conferma amaramente una tesi dell’enciclica: “Un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri”.

Non possiamo archiviare infine l’estate 2017 senza una definitiva stigmatizzazione degli epiteti (“killer”, “assassini”) utilizzati contro i responsabili provinciali dal “Fronte animalista” nella protesta a clacson spiegati in quel di Cadine dopo l'abbattimento dell’orsa KJ2 avvenuto il 13 agosto.

Senza esaminare la complessa gestione dei plantigradi  in Trentino, da sottoporre a valutazioni equilibrate come quelle proposte su Vita Trentina da Filippo Zibordi (vedi n. 30) , va rifiutata la strategia di quelle sigle animaliste – peraltro lasciate sole in piazza da molte altre e saggiamente ignorate da tanti trentini – che per contestare l’uccisione degli animali criminalizzano gli uomini. Lo stesso Francesco, che in altri capitoli prende le difese degli animali e di tutte le creature rispetto ai soprusi dell’uomo, afferma: “Non può essere autentico un sentimento di intima unione con gli altri esseri della natura, se nello stesso tempo nel cuore non c’è tenerezza, compassione e preoccupazione per gli esseri umani. È evidente l’incoerenza di chi lotta contro il traffico di animali a rischio di estinzione, ma rimane del tutto indifferente davanti alla tratta di persone, si disinteressa dei poveri, o è determinato a distruggere un altro essere umano che non gli è gradito. Ciò mette a rischio il senso della lotta per l’ambiente”.

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