Stretta di mano per le mele

La Trentina e Melinda firmano un accordo per una commercializzazione comune (ma ciascuna con il proprio marchio)

Lunedì 28 agosto nella Sala Consiglio della Federazione Trentina delle Cooperative i presidenti delle due organizzazioni di produttori ortofrutticoli La Trentina (Rodolfo Brocchetti) e Melinda (Michele Odorizzi) hanno firmato un importante e atteso accordo commerciale che prevede due distinte fasi di attuazione. Nella prima definita fase “formale” – da ottobre a fine anno – Melinda acquisterà mele de La Trentina e le venderà tramite il suo ufficio commerciale, ma con il marchio La Trentina. Va ricordato che in aprile La Trentina aveva concordato con Melinda il conferimento delle ciliegie prodotte dai propri associati. Purtroppo la quantità di ciliegie portata al centro di raccolta di Segno (dotato di una selezionatrice elettronica per la consegna scendi pianta) è stata inferiore alle previsioni, a causa della gelata del 21 aprile. La vendita delle poche ciliegie conferite a Melinda (la produzione in Val di Non è stata pari a un terzo, sempre a causa del gelo) ha dato ottimi risultati: è prevista una liquidazione di oltre 5 euro a kg.  L’anteprima di segno positivo ha fatto così da prodromo alla prosecuzione della trattativa fra le due organizzazioni di produttori (OP).

Peraltro l’approdo al documento conclusivo non è stato facile ed ha reso necessaria la consulenza legale dell’avvocato Patrizio Marchionni: le difficoltà maggiori erano legate alla seconda fase del progetto che porterà alla costituzione di una filiale commerciale comune. Attraverso questa filiale La Trentina e Melinda potranno “esternalizzare”, cioè vendere, la produzione di entrambe le OP a marchi separati senza perdere la veste giuridica di Organizzazione di produttori che continueranno ad operare autonomamente all’interno dei rispettivi territori.

L’OCM Frutta (0rganizzazione Comune di Mercato) sancito dall’Unione Europea, già severo di per sé ma in fase di una più restrittiva messa a punto, vieta infatti alle OP di cedere ad altre organizzazioni od enti commerciali tutta la propria produzione. Quest'eventualità comporterebbe la perdita della qualifica istituzionale e il decadimento di importanti finanziamenti al piano di sviluppo nel quale la OP indica le attività non solo commerciali ma anche di carattere tecnico e gestionale  per il triennio.

Nel corso della conferenza stampa (A proposito non è stata gradita la decisione di non fornire ai giornalisti presenti copia dell’accordo sottoscritto, che poteva essere utile per riferire i prossimi passaggi) si è potuto constatare che l’accordo denominato giornalisticamente “patto delle mele” contiene aspetti delicati, in parte ancora da definire. La futura collaborazione non si limiterà alla vendita dei prodotti delle due OP (ciascuna con il proprio marchio) ma riguarderà anche una programmazione concordata della filiera produttiva. Non solo delle mele (troppa varietà Golden nel fondovalle) ma anche gli altri prodotti ortofrutticoli, come ciliegie, susine, kiwi e piccoli frutti.

I presidenti Brocchetti e Odorizzi hanno sottolineato ripetutamente che l’accordo non è nato per integrare le poche mele di Melinda con quelle de La Trentina. A spingere verso un accordo non privo di rischi e difficoltà sono i numeri e la situazione critica del commercio mondiale, soprattutto nel settore delle mele. Lo ha detto con chiarezza Michele Odorizzi. Gli impianti attuali di melo a livello europeo consentono di produrre 13 milioni di tonnellate di mele. La media dei consumi è ferma a 9 milioni di tonnellate. La differenza si traduce stabilmente in 4 milioni di eccedenze che comportano una tendenza al ribassamento dei prezzi soprattutto da parte dei Paesi (Polonia) che hanno costi di produzione molto bassi.

Accanto ai due presidenti, a conferma del peso politico dell'intesa, sedevano l’assessore provinciale all’agricoltura Michele Dallapiccola, il presidente della Federazione della Cooperazione Mauro Fezzi, il presidente di Apot Ennio Magnani e il dirigente generale del Dipartimento provinciale territorio agricoltura, ambiente e foreste Romano Masè.

La definizione di “fatto storico” data alla firma dell’accordo è stata ripresa da altri con frasi altrettanto enfatiche. Al di là della retorica, va ripreso e sostenuto il convincimento generale che la strada dell’aggregazione, comunque formulata e realizzata, sia da percorrere con decisione. Coinvolgendo altre OP presenti in Trentino, oltre alle due contraenti e forse anche a quelle dell’Alto Adige. C’è da augurarsi che l’accordo non trovi ostacoli di carattere normativo e burocratico in sede ministeriale o europea. Non a caso sono state inviate lettere di richiesta di sostegno politico agli europarlamentari Herbert Dorfmann  e Paolo De Castro. A livello parlamentare italiano potrà essere di aiuto l’intervento del senatore Franco Panizza, presidente della Commissione agricoltura del Senato, pure presente alla firma dell’accordo.

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I numeri

Il Consorzio Melinda è costituito da oltre 4.000 mila famiglie di frutticoltori riunite in 16 cooperative che coltivano globalmente circa 6.700 ettari di meleti nella Val di Non e Val di Sole in Trentino. La produzione media annua di mele Melinda è di oltre 400.000 tonnellate, circa il 20% della produzione italiana, 1300 i dipendenti e un fatturato di 250 milioni di euro.

La OP La Trentina conta circa 1200 i soci distribuiti in cinque cooperative e cinque comuni con una produzione di 57.000 tonnellate di mele per 1200 ettari coltivati, 250 i lavoratori, tra fissi e stagionali, e un fatturato di circa 31 milioni di euro.

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