Una terra da amare

Dedicato al turismo responsabile il Messaggio dei vescovi italiani con l'invito alla sostenibilità delle scelte

Non c'è dubbio che questa Giornata del Creato arrivi in un momento particolarmente drammatico per il nostro pianeta. Alle ferite del terremoto 2016 nel Centro Italia si sono aggiunte quelle all'Isola di Ischia, in Sierra Leone cresce il numero delle vittime dell'alluvione che ha distrutto un intero quartiere della capitale Freetown , mentre in Texas non si è ancora attenuata la furia dell'uragano/tempesta tropicale Harvey che tiene col fiato sospeso anche la vicina Louisiana.

Catastrofi naturali che si intrecciano alle tante omissioni da parte dell'uomo che ha spesso sfruttato il territorio dimenticandosi della necessità della sua salvaguardia. Da una parte l'abusivismo edilizio o l'assenza di criteri antisismici nelle costruzioni (o adeguamento di quelle vecchie), dall'altra il degrado di un quartiere povero e su tutto gli effetti di un cambiamento climatico che l'umanità sta ignorando (e gli eventi estremi, come gli uragani sempre più forti, ne sono una conseguenza diretta).

Un motivo in più per riflettere come ci ha invitato due anni fa papa Francesco con l'istituzione della Giornata Mondiale di Preghiera per la cura del Creato e la pubblicazione della prima enciclica sociale (“Laudato Si'): “Vivere la vocazione di essere custodi dell'opera di Dio è parte essenziale di un'esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell'esperienza cristiana” (LS 217).

Un appello al responsabilità viene anche dai nostri vescovi che, a partire dal 2006, hanno raccolto l'invito delle chiese ortodosse di dedicare una Giornata alla preghiera e “tempo del creato” il periodo che va dal 1° settembre al 4 ottobre, festa di san Francesco d'Assisi testimone della possibilità di nuove relazioni con l'intera creazione, dono di Dio. In omaggio all'Anno internazionale delle Nazioni Unite sul Turismo responsabile, i vescovi italiani invitano, in questa 12° Giornata, alla riflessione sui “viaggiatori nella terra di Dio” per raccogliere la sfida di “far crescere un turismo sostenibile, capace di contribuire alla cura della casa comune e alla sua bellezza”. Si tratta di un'attenzione congiunta alla sostenibilità sia da parte degli operatori del settore – che in Italia come nel nostro Trentino rappresenta una straordinaria risorsa economica – sia di quanti si spostano, evitando in primo luogo “sprechi di energia, cibo e ancor più quel vorace consumo di suolo che talvolta viene giustificato proprio per il turismo”. Temi sui quali da anni è avviata una riflessione anche tra la nostra gente trentina che per ragioni storiche si è sempre mostrata attenta al territorio di montagna dove vive, ma ora siamo tutti invitati ad una autentica “conversione ecologica” perché i risvolti delle nostre azioni acquistano oggi una portata globale.

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