Lo Statuto resta la sfida

E' stata una celebrazione sobria – premiata dal pubblico più al concerto Haydn che al seminario storico di venerdì pomeriggio – quella che martedì 5 settembre è stata proposta dal Consiglio e dalla Giunta provinciale nel giorno dell'anniversario del Patto Degasperi- Gruber, festa dell'Autonomia provinciale. Nessun ospite esterno – com'era accaduto invece in passato – ma un richiamo ai princìpi fondativi dell'autogoverno principale, con uno stimolo forte a non vanificare il lavoro della Consulta per lo Statuto, anche dopo il fallimento del referendum nazionale.

“E' stato un confronto comunque utile – ha affermato il presidente della Consulta, il giurista Giandomenico Falcon – che dovrà essere valorizzato in futuro. Un confronto più facile di quanto si ipotizzava, perchè abbiamo trovato un clima collaborativo. Dopo il prossimo cantiere, previsto in settembre, dovrebbe uscirne un testo di riflessione e di ispirazione significativo perchè condiviso”.

Falcon ha anticipato che la Consulta non potrà esprimere nel dettaglio una bozza articolata di terzo Statuto: “Sarà necessario per questo un confronto con la Provincia di Bolzano: soltanto insieme si può arrivare ad uno Statuto che preveda una Regione rinnovata”.

Falcon non ha negato che oggi sia più difficile che in passato difendere le autonomie speciali (si pensi al referendum indetto dai vicini veneti per ottobre), ma si è detto convinto che “nella misura in cui noi godiamo di una buona reputazione all’esterno riusciamo anche a legittimare la nostra specialità”.

Nella celebrazione è risuonata la voce giovane di Petra Zatelli, presidente del Parlamentino dei giovani, che ha evidenziato il collegamento con i giovani dell'Alto Adige quale chiave per poter costruire un futuro regionale comune.

Le istanze delle amministrazioni locali sono state richiamate dal presidente del Consorzio dei Comuni Paride Gianmoena mentre Bruno Dorigatti, presidente del Consiglio provinciale ha collocato l'Autonomia in “un tempo fragile, segnato anche da una crescita di singoli egoismi; una liquidità sociale che diluisce i valori ed i punti di riferimento; una continua richiesta di ritorno al localismo ed un forte appannamento della memoria storica del passato. Ciò produce, non solo disagio e senso di abbandono, ma anche ricerca di risposte facili ed immediate, come quelle offerte dalle ricette populistiche e demagogiche che alimentano le paure, appellandosi a soluzioni miracolistiche, con lo scopo di amplificare la dimensione reale dei problemi”.

Il presidente Ugo Rossi, che ha invitato il coro solandro Sasso Rotto, ha donato ai presenti alcuni scritti sull'Autonomia di un Alcide De Gasperi quasi quarantenne, che difendeva il Trentino dall'accusa di essere “una repubblichetta” e prevedeva che ad un decentramento dei poteri doveva corrispondere un decentramenteo delle responsabilità.

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