Opere e giorni (5)

Dedichiamo le pagine estive ad una retrospettiva di quanto è successo o si è fatto nei primi sei mesi dell’anno nei vari settori dell’agricoltura trentina

VINI DI TERRITORIO

I sostenitori della tesi che prevede una partecipazione paritaria all’interno del Consorzio vini trentini delle tre componenti del comparto vitivinicolo – cantine di secondo grado, aziende commerciali e vignaioli – si scontrano con le componenti forti che pagano l’adesione e i servizi prestati in base alla maggiore consistenza dell’attività produttiva e commerciale. Una via d’uscita, dicono i sostenitori del criterio paritario, potrebbe essere quella di riservare alle grandi imprese, Cavit in primo luogo, la commercializzazione di volumi di vino consistenti anche di provenienza non trentina, se destinati all’esportazione. Promuovendo l’aggregazione tra cantine sociali e vignaioli intorno a progetti di territorio che gestiscono la produzione e la vendita dei propri vini a prezzi corrispondenti alla tipicità della zona e alla elevata qualità.

POLLICE VERSO PER LA SCHIAVA

Nella vendemmia 2016 la produzione di uve Schiava in Trentino ha raggiunto i 25.000 q.li. Nella classifica dei vitigni a frutto rosso la Schiava occupa il 4° posto, dopo Teroldego, Merlot e Marzemino e rappresenta il 2,17% del totale. Non si arresta la tendenza a eliminare i vigneti di Schiava per fare posto a Chardonnay e Pinot nero da spumante in collina e a Pinot grigio nel fondovalle.

CRESCE L’INTERESSE PER IL KERNER

Sta crescendo anche in Trentino l’interesse dei viticoltori di alta collina per il vitigno Kerner. Nato in Germania –zona viticola del Baden Wurttenberg – dall’incrocio Riesling renano X Trollinger (Schiava) nei primi anni del ‘900. Si è diffuso anche verso sud, in particolare nella Valle dell’Isarco (Alto Adige) comportando la necessità di compensare il calo di latitudine con il recupero in altitudine. Il limite ottimale di coltivazione è sui 600-700 metri. Vigneti di Kerner si trovano anche in Trentino. Più precisamente in alta Val di Cembra, zona di Grumes.

NO AL PINOT GRIGIO DA SPUMANTE

L’inserimento nel disciplinare di produzione della DOC Pinot grigio Venezia o delle Venezie della possibilità di utilizzare l’uva anche per produrre vino spumante metodo charmat in alternativa al Prosecco di Glera è tra i motivi che hanno rallentato il riconoscimento. Il dissenso a questa proposta è stato condiviso non solo da Cavit in difesa dello spumante Trento DOC, ma anche dall’enologo Albino Armani, che è stato tra i promotori della doc. La denominazione dovrebbe valorizzare a livello internazionale il Pinot Grigio vino tranquillo prodotto da Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia.

VITI SPACCATE DA FREDDO E SICCITÀ

Già prima del verificarsi di danni da gelate i viticoltori di diverse zone del Trentino, ma in particolare della Vallagarina, avevano costatato la presenza nei vigneti di viti morte con spaccatura verticale del fusto. Il fenomeno ha riguardato soprattutto viti vecchie e vigorose. I tecnici della Fondazione Mach attribuiscono il danno all’azione congiunta di tre cause: siccità del terreno, forte abbassamento di temperatura, presenza prolungata di vento. La minore quantità di linfa circolante nei ceppi avrebbe reso il legno meno resistente alla tensione provocata dal freddo.

LA PERGOLA SFUGGE ALLA GELATA

A subire i danni maggiori dalle gelate sono state anche quest’anno le viti allevate a gujot. L’altezza della vegetazione è infatti inferiore a 1,5 metri e i germogli sono stati pertanto facilmente raggiunti dalla bassa temperatura conseguente alla perdita di calore del terreno per irraggiamento. Le viti allevate a pergola hanno subito danni di minore entità. La diversità di danno conferma la validità del principio sul quale nei primi anni del ‘900 i direttori dell’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige hanno proposto e promosso l’allevamento a pergola che aumentava la distanza della chioma dal terreno. Anche la spalliera verticale assicurava una sufficiente distanza dei tralci dalla superficie irradiante del suolo.

FLAVESCENZA DORATA

I tecnici del Centro per il trasferimento tecnologico della Fondazione Mach che seguono la viticoltura raccomandano ai viticoltori di estirpare le viti colpite da Flavescenza dorata. L’estirpazione, obbligatoria per legge, deve essere eseguita prima della ripresa vegetativa delle viti e della comparsa della cicalina vettrice del micoplasma.

FRUTTETO O VIGNETO?

Alcuni proprietari di vigneti danneggiati dalla siccità invernale si sono rivolti all’Ufficio Tutela delle Produzioni Agricole della Provincia di Trento per ottenere l’autorizzazione a sostituirli essendo in possesso di diritti di impianto ancora validi. La stessa richiesta è stata presentata anche da frutticoltori che vorrebbero sostituire con vigneto appezzamenti di frutteto non più redditizi. In questo caso gli interessati devono richiedere l’autorizzazione a piantare vigneti in base alle nuove disposizioni dell’Unione Europea. Si preferisce il vigneto al frutteto perché attualmente rende di più. Il costo d’impianto è di 30.000 euro a ettaro per il vigneto e di 60.000 euro per il frutteto

DIRITTI DI IMPIANTO

Ammonta a 165.000 ettari la superficie di vigneti che si sarebbero piantati o rinnovati se fossero state accolte le domande di autorizzazione presentate a livello nazionale. La somma è risultata 25 volte superiore al limite dell’1% della superficie coltivata a vigneto imposto dall’Unione Europea. Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna hanno coperto l’80% delle richieste per 130.000 ettari. La normativa europea consente però ai viticoltori la possibilità di trasformare in autorizzazione i diritti di impianto rimasti in portafoglio dopo il 1° gennaio 2016, data di inizio del nuovo regime. L’Ufficio tutela produzioni agricole della Provincia di Trento, conferma questa possibilità concessa anche ai viticoltori trentini. I diritti per i quali si può chiedere la conversione in autorizzazione hanno una durata variabile in base alla modalità con la quale sono stati acquisiti: prelevati dalla riserva provinciale, acquistati da terzi, posseduti dagli interessati a seguito di estirpazione di vigneti di proprietà.

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