Come liberarsi dalla “pornotossina”

Domenica a Trento un incontro per prevenire la dipendenza dalla pornografia. E' proposto da un gruppo di lavoro che lancia progetti di sana educazione affettiva

Una mattinata intera, aperta a tutti, “per aiutare ad aprire gli occhi sul problema della pornografia, suggerendo strumenti per una sana educazione affettiva e sessuale”. E' la proposta che viene offerta domenica a Trento al termine di un breve corso teorico-pratico per progetti formativi nel campo dell'educazione affettiva (i destinatari, in questo caso, sono soprattutto insegnanti, genitori e animatori di gruppi). Una proposta sorprendente perchè negli ultimi anni il mercato pornografico – anche se nelle modalità private del web – continua a crescere, senza destare purtroppo eccessivo allarme, come se con questa piaga (endemica?) si dovesse ormai convivere e come se i tentativi per debellarla o almeno contrastarla fossero velleitari o antiquati.

Rinnovata è certamente la consapevolezza che per arginare la pornografia dilagante in tanti rivoli – prima ancora di rappresaglie legali o mediatiche – siano utili interventi educativi e formativi mirati a sensibilizzare sugli effetti da dipendenza e anche a costruire personalità mature anche affettivamente, capaci di liberarsi dalle esche pornografiche. Ed infatti “fornire consigli su come preservare i propri figli e, nel caso in cui il problema fosse in atto, dare suggerimenti utili per risolverlo” è l'obiettivo della mattinata dal titolo “Mostrami l'amore” in programma a partire dalle ore presso il seminario diocesano di Trento in corso 3 Novembre dove si tiene anche la tre giorni formativa che inizia venerdì 29.

“Con l'incontro aperto a tutti vorremmo aiutare – anticipano a Vita Trentina i promotori dell'iniziativa riuniti nel gruppo di lavoro denominatosi “Fatti per amare” – ad affrontare lo scottante problema della diffusione di quella che qualcuno ha definito la 'pornotossina?. Sappiamo che colpisce trasversalmente giovanissimi e adulti e che imperversa in ambiti apparentemente tutelati come quelli scolastici, con effetti preoccupanti sullo sviluppo identitario fino al pregiudicarsi delle future relazioni di coppia”. Lo confermano anche i consultori, osservatori specializzati, o le realtà associative di auto mutuo aiuto (nel box, l'analisi del Siipac di Bolzano) ma anche gli stessi educatori e alcune allarmanti statistiche: un quarto delle ricerche sui motori di ricerca sono finalizzate a materiale pornografico.

E' nell'ambito educativo, dentro la famiglia ma anche tutte le agenzie formative, che la fuga nella spirale della pornografia (spesso determinata da altri disagi non riconosciuti) può essere prevenuta e scongiurata. All'orizzonte più ampio della sana educazione sessuale guarda questo neocostituito gruppo di lavoro. Spiega Daniele Poli, insegnante di religione, uno dei promotori: “Finora siamo sei persone, tutte impegnate con competenze in campo educativo e formativo, ma vorremmo costruire una rete con un comitato scientifico di supporto per collaborare nelle scuole nell'educazione affettiva anche sui temi della differenza sessuale e dell'accoglienza della diversità”. “Pionieri per fare la differenza” s'intitola la tre giorni condotta dallo psicoterapeuta Marco Schicchitano e dalla formatrice Myriam Conti, referenti a livello nazionale del “Progetto Pioneer” (rispetto al quale peraltro il gruppo trentino è autonomo).

“La dualità maschile e femminile è poi la differenza che costituisce l’umano – spiega Giuseppina Coali, altra insegnante del gruppo di lavoro trentino – la donna e l’uomo sono esseri umani e in ciò consiste la loro uguaglianza, ma sono anche diversi nel senso che “non solo il corpo è strutturato in modo diverso, non solo sono differenti alcune funzioni fisiologiche particolari, ma tutta la vita del corpo è diversa, il rapporto di anima e corpo è differente, e all’interno dello psichico è diverso il rapporto dello spirito e della sensibilità, come è diverso il rapporto delle forze spirituali tra loro”.

I promotori della nuova iniziativa, tutti cattolici ma desiderosi di offrire un taglio non confessionale, sono ben consapevoli che su questi temi (si pensi alla “teoria del gender”) sono scaturite molte divisioni. “Vogliamo liberare il dibattito – promettono – dal conflitto ideologico e dall’asprezza dei toni, per un confronto aperto, rispettoso e costruttivo sulla grande questione d’attualità della differenza sessuale, in tempi di sovraccarico informativo e dissenso ideologico spesso litigioso”.

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