Gianluigi Rosa, trent'anni, atleta paralimpico, sul Campanil Basso assieme all'associazione “Brenta Open”, nata per promuovere un'idea di montagna come luogo di incontro sociale]
[“È stata una giornata spettacolare, perfetta. L'emozione di poter condividere con altri le proprie sensazioni è stata forte”
È classificata come la cima più ardua delle Dolomiti di Brenta. Con i suoi 2.900 metri di altitudine fra sentieri scoscesi e ripidi pendii il Campanil Basso rappresenta da sempre una prova di coraggio per ogni alpinista che si prepara ad affrontarla.
Programmare la scalata significa prima di tutto sperimentare un percorso che richiede preparazione e capacità fisica accompagnata da una tenace forza di volontà e passione per la montagna. Questi aspetti non hanno certo frenato la voglia di mettersi in gioco di Gianluigi Rosa, giovane di Lavis, che all'età di 17 anni in seguito ad un incidente in moto ha perso una gamba.
La sua è una storia divisa fra la famiglia, le amicizie e numerosi impegni sportivi, in particolare la passione per l'hockey che lo impegna da ormai 10 anni nel team South Tyrol Eagles con cui ha disputato il campionato italiano, europeo e a marzo 2018 lo vedrà coinvolto nelle paraolimpiadi in Corea. “Sento lo spirito di squadra”, spiega il giovane lavisano. “È bello trovarsi con altri ragazzi nelle tue stesse condizioni. Ti senti parte di un gruppo”.
La voglia di provare una nuova avventura arriva grazie all'incontro con l'associazione “Brenta Open”, associazione sportiva dilettantistica nata con lo scopo di promuovere, attraverso iniziative sul territorio, un'idea di montagna inclusiva, “per tutti” e le Dolomiti sono state scelte come luogo di incontro sociale.
Così Gianluigi, a 30 anni, decide di affrontare una nuova esperienza su una delle cime più ardue per gli alpinisti. “Era la prima volta che mi ponevo un obiettivo così importante”, spiega. “È stata un'occasione per capire i miei limiti e sperimentare le mie possibilità”.
In una frizzante domenica di fine agosto accompagnato da un gruppo di guide alpine, amici e famigliari Gianluigi è partito alla volta del Campanil Basso nel cuore delle Dolomiti di Brenta. Partenza all'alba di sabato 26 agosto per raggiungere la prima tappa, il rifugio Pedrotti, di lì il gruppo riunito, il giorno dopo, è partito per l'escursione.
La montagna spesso sinonimo di fatica, limite e difficoltà ha assunto un nuovo significato e lo spirito di gruppo, l'unione e la condivisione di questa giornata hanno regalato grandi soddisfazioni. Ma soprattutto ha dato l'opportunità di guardarla con occhi diversi. E non solo per Gianluigi ma anche per chi lo ha accompagnato in questa avventura. Primo fra tutti Simone Elmi, guida alpina di Trentino Activity che ha creduto nel progetto “Brenta Open” fin dall'inizio. L'obiettivo è quello di rendere la montagna accessibile a tutti, fare in modo che “la montagna sia alla portata di tutti”, commenta.
Insieme a Gianluigi c'era anche un gruppo di ragazzi portatori di disabilità psico fisiche che hanno seguito un percorso alternativo accomunati da un obiettivo comune: vivere la passione per la montagna superando i propri limiti.
Forza di volontà e voglia di mettersi in gioco son questi gli ingredienti di una giornata che ha tutto il sapore di una sfida per sè stessi. In questo senso “la storia di pochi diventa conquista di molti”. Ancora una volta la montagna è protagonista di un'importante rivelazione. Luogo di prova e coraggio che diventa opportunità di crescita e riscoperta delle proprie capacità.
Lungo il percorso a rendere tutto ancor più affascinante l'accompagnamento musicale di Fabrizio Biordi al trombone e di Michele Selva al sax, rispettivamente sulle vette Sentinella e Basso. Un concerto a due strumenti che ha attraversato da un versante all'altro la parete rocciosa della vetta fino ad unire come un ponte immaginario del suono, i due gruppi che si erano incamminati attraverso i due itinerari. “È stata una giornata spettacolare, perfetta”, aggiunge Gianluigi. “L'emozione di poter condividere con altri le proprie sensazioni è stata forte”.
Da atleta paralimpico ad alpinista il passo è breve ma per ora, aggiunge Gianluigi, “sono molto impegnato con l'hockey in vista delle paralimpiadi”. “La passione per la montagna resta però una porta aperta – conclude – e sono sempre pronto a nuove avventure da pensare per il futuro”.