Chi dialoga in italiano

Sulle sue braccia porta i segni delle torture subite nelle carceri libiche, bruciature di sigarette, segni indelebili della crudeltà umana. Nella sua mente è impresso il viaggio verso l’Italia in balia del mare, alla guida di un barcone carico di migranti e di speranza. Ma nel suo cuore e nei suoi occhi c’è il desiderio di un futuro migliore per sé, per la sua famiglia, per il suo Paese. Aly Diagne è un 34enne del Senegal, arrivato in Trentino un anno fa e accolto alla residenza Fersina di via al Desert a Trento, assieme ad altre 250 persone. Tra loro c’è anche Oumar Pathé, costretto a lasciare la Guinea per motivi politici. E’ in Trentino da dieci mesi con un sogno: cercare le pace e continuare gli studi in legge, per poter poi tornare nel suo paese. Aly e Oumar sono accomunati da un desiderio: imparare l’italiano, per poter comunicare con le persone, per integrarsi e farsi conoscere dalla società che li accoglie. Ad aiutarli in questo percorso ci sono i volontari di Ama, che hanno avviato uno spazio di conversazione e di approfondimento della lingua italiana. “Un luogo – spiega la volontaria Daniela La Verde – dove ognuno può parlare di sé, della propria vita, dei propri sogni, dove poter discutere di un tema e condividere la propria opinione”. Lo spazio di conversazione diventa anche un luogo di integrazione reciproca, di scambio culturale e umano. “Ama si occupa di noi senza distinzioni, cercando di integrare tutti – spiegano Aly e Oumar – ci riconoscono come persone e cittadini. Ed è così che dovrebbe essere in mondo: costruito sull’aiuto, l’accoglienza, l’integrazione, la solidarietà e la fratellanza”.

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