Memorie che si intrecciano

La testimonianza del beato Mayr-Nusser continua a provocare e accompagna la diocesi di Bolzano-Bressanone lungo l’anno pastorale

Bolzano – Doppia commemorazione, lo scorso 3 ottobre, di eventi che raccontano della “globalizzazione dell’indifferenza” e della necessità di non delegare ad altri la gestione della propria coscienza. In primo luogo la Memoria delle vittime delle migrazioni, nella ricorrenza del tragico naufragio del 3 ottobre 2013, avvenuto nei pressi delle coste di Lampedusa. La seconda ricorrenza è quella della memoria di Josef Mayr-Nusser, celebrata per la prima volta dopo la sua beatificazione con un dibattito nella sala di rappresentanza del Comune di Bolzano e con una messa nel Duomo, presieduta dal vescovo Ivo Muser. All’appuntamento “laico” hanno preso la parola, dopo il sindaco e il vescovo, anche il figlio di Mayr-Nusser, Albert Mayr e la storica Martha Verdorfer.

“Josef Mayr-Nusser, il nostro nuovo beato, è un vero dono per la nostra diocesi. Con questa convinzione celebriamo oggi per la prima volta la sua memoria liturgica”. Così il vescovo Muser all’omelia in Duomo. Mayr-Nusser è testimone “della convinzione biblica che solo Dio è misura dell’obbedienza. Niente e nessuno può essere scambiato con Dio o essere messo al suo posto: nessuna ideologia, nessun popolo, nessuna lingua, nessun Paese, nessuna cultura, nessun capo politico o religioso”.

“Chiaro punto di riferimento della sua spiritualità e della sua chiamata all’impegno cristiano sono Cristo stesso e – come afferma lo stesso Josef Mayr-Nusser – la sua ‘regalità tra gli uomini’”. Il beato bolzanino “è una persona che ha curato e vissuto la sua identità cristiana. È una figura coraggiosa e scomoda, che ci spinge a confrontarci con un capitolo assai doloroso della nostra storia, caratterizzato da fascismo, nazionalsocialismo e opzioni”.

Egli, ha continuato il vescovo, “è soprattutto un cristiano credibile e coerente, che segue la sua coscienza; una coscienza formata e orientata al Vangelo e al magistero della Chiesa, capace di prendere posizione di fronte alle tendenze, alle mode e alle ideologie del suo tempo. Non è una banderuola che sventola là dove tira il vento! Sollecitava soprattutto i giovani a distinguere tra il bene e il male. Chi si impegna seriamente in questa distinzione non seguirà più ciecamente la massa e le mode predominanti”. “Con questa scelta, con questo impegno, con questa coerenza il nostro Beato è diventato sulle orme di Gesù un chicco di grano, caduto in terra, distrutto e morto – e morendo ha portato molto frutto (cfr. Gv 12, 24). Josef Mayr-Nusser rimane uno stimolo attuale, scomodo e profondamente cristiano per tutti noi in mezzo alle domande, alle sfide, alle discussioni, alle tante pubblicità e alle posizioni contrastanti di oggi. Possano essere vitali tra noi, nella nostra Chiesa locale e nella nostra società quei valori che egli ha vissuto e per i quali è morto”.

Una testimonianza dunque, quella del beato Mayr-Nusser, che continua a provocare e che accompagna la diocesi di Bolzano-Bressanone lungo l’anno pastorale caratterizzato dall’ambizioso titolo “Sulla tua Parola: cristiani, coraggiosi, solidali”.

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