Cinema, montagne e dialogo interreligioso

Lia Beltrami Giovanazzi ha affidato ad un libro il racconto della sua vita tra cinema, montagne e dialogo interreligioso, il sottotitolo del volume (Libertà Incontro Avventura, ed. Del Faro, pag. 348, 22 euro) ove i termini possono benissimo apparentarsi in indovinati binomi in ascendenza e vocazione. Accostateli voi, sembra dire. Un percorso che è insieme individuale e collettivo, personale/familiare e comunitario e che segna dei paletti ben piantati come “Religion Today Film Festival” (giusto vent’anni!) e “Donne di Fede per la Pace”. Non un approdo, una tappa intermedia, giusto per rifiatare e subito ripartire, il viaggio è ancora lungo, suggerisce Lia. Era partito 25 anni fa dal Ghana, al confine con la Costa d’Avorio, poi l’Etiopia e l’Eritrea (terre a noi ben conosciute – ma i nostri ragazzi a scuola neanche sanno dove sono -, ottuso colonialismo, l’uso di gas micidiali per uccidere meglio e ammazzarne molti di più). E il Mozambico. Chiara Amirante. Sempre – nelle intenzioni di questa “donna di pace” – per portare un po’ di luce dov’è più oscuro. Dare voce a chi non ha voce. Mettere in risalto, in qualche modo elevarli, è un suo cortometraggio, i “Giganti del Bene” (ci sono, eccome, tra gli altri, Franco Nones, il dottor Carlo Spagnolli, uomo dal cuore grande).

E’ un libro che commuove – si legge tutto d’un fiato -, un resoconto di vita scritto con umiltà e coraggio, com’è nello stile dell’autrice.  Si capisce che Lia ha tramutato un buon terreno dissodato avuto in dote – una famiglia ammirevole, con buone possibilità – non in privilegio (era fin troppo facile caderci dentro anche senza accorgersi) ma in occasioni e  possibilità per gli altri, uno spartire la torta con fette uguali e se possibile tenendo le più piccole, le più sottili, senza che l’altro se n’avveda.

In filigrana si legge un itinerario di vita a suo modo esemplare, la mitezza di una donna che sa anche essere dura, intransigente, le asperità affrontate nell’intimo familiare e nella res publica, in cinque anni di esperienza politica spesso non compresa, un assessorato alla solidarietà internazionale e alle questioni di parità di genere ricco di iniziative e proposte, da porre come modello a livello nazionale e invece sottovalutato, segno di una politica piccola piccola, a volte gretta. Ma tanto vale. Sull’attenti pronti per andare avanti. E’ un suo motto. Hai la vita: vivila! Cogli in essa – nella quotidianità più semplice e “monotona” – il meglio che c’è.

Avere attenzione, cura, impegno. Ma il cielo è sempre azzurro, per Lia? Non ci sono nuvole? Ci sono, ci sono. A volte nuvoloni neri. Ma oltre le nuvole c’è il sole. Che illumina, riscalda. E come illumina! E come riscalda!

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