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Caso Malaria. E’ attesa per oggi la relazione conclusiva dell’Istituto superiore di sanità sul caso di Sofia Zago, la bimba di 4 anni di Trento morta il 4 settembre scorso agli Spedali civili di Brescia a causa della malaria, dopo i ricoveri prima all’ospedale di Protogruaro e poi all’ospedale Santa Chiara di Trento. Il dossier verrà consegnato al Ministero della salute, che poi lo trasmetterà alla Procura e alla Provincia di Trento.
Secondo alcune indiscrezioni emerse nei giorni scorsi in merito all’inchiesta aperta dalla Procura di Trento per omicidio colposo a carico di ignoti, il contagio di Sofia sarebbe avvenuto all’interno del nosocomio trentino. Il parassita responsabile della morte della piccola sarebbe, infatti, lo stesso che è stato riscontrato nelle due bambine del Burkina Faso, appena rientrate dal loro paese d’origine e ricoverate all’ospedale nello stesso periodo di Sofia e poi guarite. “Possiamo escludere assolutamente – ha detto la ministra Beatrice Lorenzin, intervenuta sul caso sabato scorso – che la malaria sia stata presa in un contesto esterno all’ospedale”.
Ancora non è chiaro, tuttavia, come sia avvenuto il contagio. Ma non sarà il dossier dell’Istituto superiore di sanità che potrà fare luce su questo aspetto.
Tre le ipotesi di contagio: un contatto ematico tra le bambine durante il ricovero, un errore sanitario, oppure la presenza in ospedale della zanzara capace di fare da vettore tra le pazienti.
Di fronte alle indiscrezioni emerse sull’inchiesta, il procuratore capo Marco Gallina non esclude alcuna pista, ma invita alla prudenza e alla cautela: “Prima di trarre conclusioni – dice – attendo le relazioni dell’Istituto superiore di sanità e dei nostri consulenti. Bisogna incrociare dati storici e dati scientifici”. La Procura di Trento, subito dopo la morte di Sofia, ha acquisito tutta la documentazione: cartelle cliniche, registri infermieristici, gli aghi usati per ricostruire l’iter ospedaliero della piccola. Gli elementi storici vanno ora incrociati con gli esiti degli esami sui campioni ematici e sui prelievi effettuati. I primi risultati si potrebbero avere tra un mese
Intanto piena collaborazione è stata assicurata dal direttore dell’Azienda sanitaria Paolo Bordon e dall’assessore provinciale alla salute Luca Zeni. “In questi giorni – spiega dovremmo anche avere l’esito di una commissione nominata dell’Azienda sanitaria con esperti esterni, che ha analizzato le procedure seguite durante il ricovero. Attendiamo”.
Il caso approda anche in consiglio provinciale di Trento su volontà delle minoranze, che chiedono che venga istituita una commissione d’inchiesta che possa accedere a tutti gli atti”.
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