Quando la parrocchia è veramente in uscita…

Come applicare la “Chiesa povera, per i poveri” di Papa Francesco e la sua pastorale “in uscita” dentro le parrocchie e i gruppi ecclesiali? Il vaticanista del Corriere della Sera Luigi Accattoli risponde considerandola come “l'apertura di una porta in ognuna delle attività che già si svolgono, o come l’introduzione di qualche nuova attività se non ve ne fosse nessuna rivolta ai non praticanti e ai non credenti”.

L'analisi di Accattoli, commentatore acuto del Corriere della Sera e di TV 2000 nonché collaboratore da 40 anni dei Dehoniani, è risuonata nella “sala del dialogo” di Varone di Riva per l'incontro di giovedì scorso nel ciclo “Scrutare orizzonti”, moderatore dal nostro direttore Andreatta e introdotto dal curatore padre Maronese.

Accattoli ha proposto alcuni esempi, dalla porta della chiesa al portale Internet. “Il mio parroco, al centro di Roma, pratica l’apertura continuata della chiesa e sostiene che il criterio nello stabilirne i tempi dovrebbe essere questo: finché intorno c’è gente. Ma la porta aperta e non vigilata non è pericolosa? In tante chiese di tanti luoghi si fanno turni per garantire la presenza di un gruppo di persone nelle ore più scomode dell’adorazione perpetua. Io credo che analoghi turni potrebbero aiutare i parroci a tenere aperte le chiese parrocchiali nelle ore della pausa pranzo e la sera oltre l’ora della messa”. Secondo Accattoli, laddove c'è un gruppo biblico, o liturgico, o culturale, o dei “nuovi media”, bisognerebbe proporre che ammetta non praticanti e non credenti comunque interessati, e li cerchi. Lo stesso e ancor più si potrebbe tentare con il gruppo caritativo, o con il Centro Caritas.

“Se la parrocchia o il gruppo ha un qualche strumento di comunicazione – esemplificava ancora il vaticanista – anche lì occorrerà impostare il lavoro in modo che il messaggio sia rivolto a tutti, interni ed esterni alla vita della comunità. E non solo, ma ci si potrebbe proporre anche di ospitare e far collaborare al bollettino parrocchiale o del gruppo – o al sito della parrocchia o del gruppo – chi non è praticante e anche chi non è cattolico.

Secondo Accattoli, Francesco ci chiede di “andare sempre dai non credenti” e noi, invece, ci andiamo poco o magari non ci andiamo mai. Invitiamo ad attività sociali e culturali anche chi non viene in chiesa? E’ possibile un “Cortile dei Gentili” in parrocchia o nel gruppo? Proviamoci chiamando a dialogo ospiti laici e anche laicisti (cioè critici e anche avversi alla presenza della Chiesa nella società), al duplice scopo di interloquire con loro e di mostrare pedagogicamente ai parrocchiani o ai frequentatori del gruppo le modalità possibili di tale interlocuzione. Tali uscite sono indispensabili se vogliamo parlare a tutti, altrimenti parleremo soltanto a chi è nel libro dei battesimi. “Per dialogare bisogna abbassare le difese e aprire le porte”, ha detto Francesco agli Scrittori della “Civiltà Cattolica” il 14 giugno 2013”.

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