Tra i mattoni semi di speranza

Si è confermata come una feconda opportunità di mostrare il volto missionario della Chiesa trentina la recente visita in Pakistan del direttore del Centro missionario diocesano, don Beppino Caldera, accompagnato da don Renzo Scaramella, parroco di Telve. Insieme, hanno toccato da vicino l’orrore degli schiavi nelle fornaci di mattoni, tra le cui vittime ci sono molti cristiani e indù, sovente intere famiglie emarginate, donne e bambini, costretti ai lavori forzati per ripagare un debito al padrone della fabbrica contratto a causa della povertà. A fianco del dramma di questi lavoratori – un esercito di 2,3 milioni di persone in tutto il Paese – si spende l’impegno di padre Bonnie Mender, fondatore nel 1984 del “Centro per lo sviluppo umano” a Toga Tek Singh, che assieme ad un gruppo di attivisti locali porta avanti progetti per promuovere la pace e l’armonia tra i popoli e, nel caso delle fabbriche di mattoni, per garantire diritti sindacali e l’istruzione ai bambini. “Grazie alle sue azioni legali e alle continue pressioni sul Parlamento locale – racconta don Beppino – padre Bonnie è riuscito a concludere un accordo con i padrini di 20 forni per non far lavorare i bambini della famiglia indebitata. Sono state avviate delle scuole speciali nel cortile di una casa, laboratori di taglio e cucito dove le ragazze hanno anche la possibilità di commercializzare i loro prodotti, così da renderle anche autonome”. A sostenere l’educazione dei bambini c’è anche la presenza delle suore dell’Unione di Santa Caterina da Siena delle missionarie della scuola. Tra loro suor Josephine Michael, che ha ereditato nel seminario di Lahore l’impegno per molti anni affidato a suor Teresa Bernard, trentina di Pera di Fassa, con la quale il Centro missionario diocesano ha instaurato negli anni un legame di amicizia e di solidarietà. “E’ stata lei ad accompagnare il nostro viaggio – prosegue – e a farci conoscere il dramma dei lavoratori intrappolati nella morsa del debito, nel fango, sotto il sole cocente e mal pagati. Per questo abbiamo dedicato il nostro progetto annuale a sostegno degli ‘Schiavi tra i mattoni in Pakistan’”. La maggioranza degli alunni che frequentano la scuola delle missionarie sono mussulmani. “Ma le suore riescono a creare un clima costruttivo di rispetto e convivenza fra gli alunni di appartenenze religiose diverse, cristiani, sikh, induisti – precisa – nelle scuole si sta gettando la semente della nuova cultura per un futuro di pace nel Paese”.

Particolarmente toccante e significativo è stato l’incontro con la famiglia di Asia Bibi, la donna cristiana e mamma di cinque figli, in carcere da 7 anni, accusata di blasfemia e condannata a morte per aver bevuto, mentre lavorava nei campi sotto un sole torrido, acqua di un pozzo con un bicchiere usato da donne musulmane. “E’ un altro dramma dei cristiani in Pakistan, che spesso migrano a causa della persecuzione e per abuso della legge sulla blasfemia. In difesa dei diritti delle minoranze religiose combatte Paul Bhatti – prosegue nel suo racconto – medico chirurgo ed ex ministro dell’Armonia nazionale, che ci ha spiegato quali azioni concrete stanno portando avanti gruppi di avvocati in nome della giustizia. Come il fratello Shahbaz, ministro cattolico ucciso dagli estremisti islamici nel 2011, Paul Bhatti prosegue oggi con ancora più determinazione e fede nell’impegno a promuovere il dialogo e la nonviolenza”.

Un viaggio attraverso il dolore di una umanità calpestata e che chiede giustizia. “Per questo non possiamo rimanere indifferenti – conclude don Beppino Caldera – ma sostenere, credenti e non, chi in Pakistan cammina al fianco degli ultimi, vescovi, sacerdoti e religiose locali, ma specialmente fedeli che affollano con gioa le chiese e continuano a lottare nella difficoltà delle persecuzioni e del proselitismo islamico per un futuro di convivenza pacifica”.

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