Volontaria dell’anno

Il premio Focsiv assegnato sabato scorso a Roma a tre donne: Anna Dedola, Khadija Tirha e la dottoressa di origine eritrea Alganesh Fessaha, sostenuta nel suo impegno anche dal Centro Missionario di Trento

C’è anche l’eritrea Alganesh Fessaha, 69 anni, medico, residente a Milano e da anni impegnata nel sostenere profughi e rifugiati anche con l’aiuto del Centro Missionario diocesano di Trento, tra le tre donne vincitrici della XXIV edizione del Premio Volontariato Internazionale Focsiv 2017, assegnato sabato scorso a Roma, a pochi giorni dal 5 dicembre, Giornata Mondiale del Volontariato. Le altre vincitrici sono l’italiana Anna Dedola, impegnata nella lotta all’Aids in Tanzania, e Khadija Tirha, marocchina trapiantata a Torino, attiva in percorsi di integrazione.

All’assegnazione, nell’Aula Magna della John Cabot University, era presente anche l’arcivescovo emerito di Trento, monsignor Luigi Bressan, in qualità di assistente spirituale della Focsiv – Volontari nel mondo, la federazione delle organizzazioni non governative di ispirazione cristiana.

A partire dal 2011, il Centro Missionario Diocesano di Trento ha iniziato la sua collaborazione con la dottoressa Fessaha e l’organizzazione non governativa Ghandi, di cui è fondatrice e presidente, per la liberazione dei profughi eritrei prigionieri in Egitto perché trovati senza documenti, in territorio egiziano, nel tentativo di raggiungere Israele e l’Europa – è il dramma della tratta degli esseri umani che si consuma nel Sinai che Fessaha racconta con parole e immagini nel libro Occhi nel deserto. Gandhi nel deserto di Sinai (Edizioni Sui, 2014). Anche con il contributo della Provincia Autonoma di Trento, in questi anni la dottoressa Fessaha ha potuto liberare centinaia di bambini, donne, uomini, trasferendoli nei campi profughi del nord Etiopia. Periodicamente si reca in Egitto ed entra nelle carceri, verifica le condizioni dei detenuti, predispone tutti i documenti necessari, acquista i biglietti aerei, fornisce loro medicinali, indumenti e li accompagna in aeroporto dove vengono imbarcati per raggiungere l’Etiopia.

Un secondo progetto, avviato nel 2013, prevede il sostegno da parte del Centro Missionario Diocesano all’Associazione Ghandi per poter fornire un pasto al giorno a 600 bambini dai 3 ai 6 anni che si trovano con le loro famiglie nel campo profughi di Mai Ayini nel nord dell’Etiopia. A distanza di quattro anni i bambini sono aumentati e sono oltre 900, tanto che sono organizzati in due turni per mangiare.

Nella motivazione del premio alla dottoressa Fessaha si legge: “Per il suo coraggio nel proteggere il diritto alla vita di qualunque essere umano presente su questo Pianeta, per il suo tenace e continuo impegno nel salvare gli uomini, le donne ed i bambini ovunque questi si trovino, per la sua caparbia volontà a voler garantire la pienezza della vita dei più vulnerabili e nel voler dare un nome a chi non è riuscito mai ad arrivare sulle coste della terra promessa: l'Europa. Alganesh, solido albero dell'umanità”.

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