“Ci hanno battezzati laici!”

Quando Papa Francesco parla di “Chiesa in uscita” mi viene da pensare che le nostre chiese sono già normalmente in piazza, sulle strade! Ben intenso le chiese edifici, che sono sempre li, come richiamo, presenza e invito a pensare a Qualcuno (Dio) e a qualcosa (la comunità cristiana). In questi tempi di mercatini, di Muse, ma anche in altre occasioni mi sorprende vedere quanta gente entra nella nostra Cattedrale; quel nostro duomo di Trento che è sempre e da secoli in “piazza”, in uscita! Lo vede anche chi non crede; ed è un richiamo anche per noi cristiani. Paolo anche Pietro ci direbbero: guardate che “Siete voi le pietre vive!”, chiamati a vivere così la vostra uscita! Siamo quindi una Chiesa viva invitata ad esserci nel mondo, a stare sulle strade, a non nascondersi, ad essere visibile, a volte forse anche ingombrante, come il nostro duomo e quindi certamente non invisibili!

In un recente articolo – sulla Rivista del Clero Italiano – il teologo Pasquale Bua evidenziava come spesso noi cristiani, soprattutto noi preti e anche i documenti ufficiali, parliamo tanto della Messa, cioè dell’Eucaristia, o della Penitenza, cioè della Confessione (a questi due Sacramenti sono stati dedicati anche Sinodi dei Vescovi), ma quasi mai del Battesimo. L’autore fa notare come Papa Francesco – che ora al mercoledì sta svolgendo le sue catechesi sulla Messa – nel suo recente documento Amoris Laetitia e già prima in Evangelii Gaudium insiste molto sulla realtà battesimale del cristiano, su quel Sacramento, appunto il Battesimo, che fonda e segna in modo indelebile la nostra identità cristiana, personale, famigliare e comunitaria! Scrivendo una lettera al Presidente della Commissione per l’America Latina il 19 marzo 2016 il Papa diceva: «Guardare al Popolo di Dio è ricordare che tutti facciamo il nostro ingresso nella Chiesa come laici. Il primo sacramento, quello che suggella per sempre la nostra identità, e di cui dovremmo essere sempre orgogliosi, è il battesimo. Attraverso di esso e con l’unzione dello Spirito Santo, (i fedeli) “vengono consacrati per formare un tempio spirituale e un sacerdozio santo” (Lumen gentium, n. 10). La nostra prima e fondamentale consacrazione affonda le sue radici nel nostro battesimo. Nessuno è stato battezzato prete né vescovo. Ci hanno battezzati laici ed è il segno indelebile che nessuno potrà mai cancellare. Ci fa bene ricordare che la Chiesa non è una élite dei sacerdoti, dei consacrati, dei vescovi, ma che tutti formano il Santo Popolo fedele di Dio. Dimenticarci di ciò comporta vari rischi e deformazioni nella nostra stessa esperienza, sia personale sia comunitaria, del ministero che la Chiesa ci ha affidato. Siamo, come sottolinea bene il concilio Vaticano II, il Popolo di Dio, la cui identità è “la dignità e la libertà dei figli di Dio, nel cuore dei quali dimora lo Spirito Santo come in un tempio” (Lumen gentium, n. 9). Il Santo Popolo fedele di Dio è unto con la grazia dello Spirito Santo, e perciò, al momento di riflettere, pensare, valutare, discernere, dobbiamo essere molto attenti a questa unzione».

Sarebbe allora interessante indagare e domandarci: Quante volte noi pensiamo al nostro Battesimo? Quante volte ne parliamo di Battesimo? Lo diamo troppo per scontato!Per questo Papa Francesco ci invita oltre al compleanno e l’onomastico (il giorno del nostro Santo patrono), anche a cercare e a non dimenticare la data del nostro Battesimo. Da quel giorno siamo diventati figli di Dio; non siamo “figli di nessuno”, non siamo figli della strada, ma figli di un Dio che è Padre e che ci guarda con uno sguardo d’amore e ci vuole e ci manda sulle strade del mondo e della vita, sulle vie degli uomini e delle donne del nostro tempo; in uscita, in ricerca di coloro che sono i nostri fratelli, come ha fatto Gesù che era sempre sulle strade e incontro alla gente per parlare del Padre e offrire il suo amore e la sua salvezza. Essere Chiesa in uscita significa allora avere le porte e il cuore aperto sempre e per tutti, anche se costa fatica e qualche volta, come direbbe Papa Francesco, ne restiamo infangati, feriti, incidentati. Questo è il prezzo che ha già pagato anche un certo Gesù di Nazaret!

dongi

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