Wikipediani rifugiati

Grazie ad un progetto nato dal basso, sostenuto da Università e Cinformi, l'enciclopedia online raggiunge nuovi utenti

“Cerchiamo su Wikipedia!” è la frase ricorrente di chi vuole capire il significato di una parola e sa di potersi affidare, con rapidità, ad una fonte autorevole e alla portata di tutti. Non tutti sanno però che dietro l’immensa enciclopedia online ci sta il lavoro di raccolta dati e di stesura delle varie voci condotto da tanti collaboratori volontari, detti appunto “wikipediani”, che s’impegnano a tenerla aggiornata e a svilupparla.

Tra di loro, da alcuni mesi, c'è anche un gruppo di otto richiedenti asilo e rifugiati accolti in Trentino, che hanno tradotto nelle loro lingue di origine (urdu, pashto, bambarà e fula, ad esempio) alcune voci legate all’uso quotidiano e all’utilità pratica – “permesso di soggiorno”, “documenti d’identità” e via compilando – in materia di protezione dei rifugiati, ma anche di geografia e cultura locale ed educazione civica.

Il servizio di Wikipedia, infatti, è ancora molto carente nei Paesi in via di sviluppo dove si parlano lingue locali poco diffuse nel mondo; una povertà che s’aggiunge a quella che già vivono e che rende impossibile anche consultare un telefonino, laddove vi sia una copertura sufficiente. Ecco allora l'intuizione del progetto “Wikipedia 4 Refugees”, partito ad ottobre dal'lidea di un giovane wikipediano trentino, Niccolò Caranti, e altre due volontarie esperte di alfabetizzazione digitale, Rossella Vignola e Martina Puppi: hanno organizzato a Trento – solo con un piccolo sostegno economico di Wikipedia Foundation – un corso per insegnare ad alcuni giovani richiedenti asilo o rifugiati a tradurre le voci online, diventando così wikipediani per la loro gente. Con l’aiuto dell’Università di Trento, che ha messo a disposizione l’aula informatica, e del Cinformi, lo sportello per migranti della Provincia autonoma, il progetto si è concluso in dicembre con la consegna degli attestati ai migranti partecipanti.

Un particolare curioso nella formazione digitale dei giovani stranieri partecipanti: per tradurre più velocemente le parole dell’enciclopedia, gli organizzatori del corso hanno acquistato degli adesivi con i caratteri delle diverse lingue locali per adattare le tastiere tradizionali, collocandoli ad uno ad uno: un aiuto semplice ma necessario per trovare in fretta il tasto giusto.

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