Le Strade del vino s’incontrano

Tra i promotori c’è la Strada del vino e dei sapori del Trentino. Il presidente Francesco Antoniolli illustra contenuti e finalità dell’iniziativa

Dal primo gennaio 2018 è operativo il coordinamento nazionale delle strade del vino, dell’olio e dei sapori italiane.

L’atto costitutivo è stato sottoscritto il 6 dicembre 2017 nella prestigiosa cornice di Palazzo della Corgna a Castiglione del Lago, in Umbria, da una cinquantina di strade, singole o federate, di tutte le regioni italiane, isole comprese. Lo statuto resta aperto ad ulteriori adesioni da parte di altre strade che condividono l’obiettivo fondante del manifesto: costituire un punto di riferimento unitario di rappresentanza e di collaborazione operativa in grado di contribuire alla crescita e al consolidamento dell’enoturismo e più in generale del turismo enogastronomico nel panorama nazionale.

Il turismo rurale, enogastronomico e agroalimentare, si legge nel documento di accompagnamento, abbisogna oltre che di una rete di servizi di base efficienti, anche di una politica nazionale più incisiva, attraverso l’adeguamento delle normative di settore, strategie di comunicazione condivise e azioni di lungo periodo finalizzate al miglioramento dell’accoglienza turistica. Le strade del vino, annota Francesco Antoniolli presidente della Strada del vino e dei sapori del Trentino, sono associazioni senza fine di lucro, riconosciute da due leggi nazionali di riferimento: la numero 164 del 10 febbraio 1992 e la numero 268 del 27 luglio 1999. Seguite da decreti e regolamenti attuativi nazionali e regionali.

C’era grande attesa nei confronti di un disegno di legge nazionale sull’enoturismo che non è stato però approvato prima della fine della legislatura. E’ passato invece un emendamento alla legge attuale di bilancio che rivede in senso parzialmente liberatorio gli oneri fiscali imposti alle cantine che accolgono ospiti e visite amatoriali.

Una iniziativa nata dalla base, afferma Francesco Antoniolli, tornando al coordinamento. Il Trentino è stato fra i promotori dell’iniziativa insieme ai rappresentanti delle regioni Toscana e Umbria. La strada del vino e dei sapori del Trentino (tra i sottoscrittori c’è anche la Weinstrasse dell’Alto Adige) è citata ad esempio a livello nazionale. Gli aspetti ritenuti di eccellenza e pertanto da imitare sono: l’ampiezza della competenza territoriale che raggiunge l’80%; la numerosità della base sociale (400 aderenti rappresentati da cantine e distillerie, produttori gastronomici, enoteche e botteghe, agritur, strutture recettive, ristoranti, enti, musei, istituzioni, Comuni, APT e consorzi turistici); la molteplicità di iniziative intraprese nell’arco dell’anno. Particolarmente apprezzata è anche l’ avvenuta fusione in una unica strada del vino e dei sapori (del Trentino) di 5 strade competenti per altrettante zone e la struttura organizzativa centrale e periferica.

Antoniolli riconosce che una spinta determinante è venuta e permane dagli assessori provinciali Tiziano Mellarini e Michele Dallapiccola. A quest’ultimo si deve l’affidamento alla strada del vino e dei sapori dell’ incarico di coordinamento delle manifestazioni e degli eventi enologici di zona.

Il protocollo prevede la costituzione di un comitato di coordinamento composto da 5 membri in rappresentanza dell’intero territorio nazionale.

Concludiamo citando le finalità dell’accordo.

Creazione di un gruppo di lavoro per studiare pacchetti turistici, attività didattiche e normative, iniziative promozionali. Studio e attuazione di accordi culturali, commerciali e promozionali incrociati. Ricerca delle risorse indispensabili per la realizzazione di progetti condivisi attingendo a fonti nazionali ed europee. Collaborazioni con enti, associazioni, consorzi di settore per costruire un sistema di destagionalizzazione dei flussi turistici e la valorizzazione dei servizi essenziali del territorio.

Il protocollo ha durata decennale e potrà essere rinnovato.

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