Bolzano fa memoria

Il sindaco Caramaschi: “Una società che non ricorda e che ha paura di se stessa diventa inevitabilmente una società violenta e pericolosa”

Bolzano – Ricco programma nel capoluogo altoatesino per la ricorrenza del Giorno della Memoria di sabato 27 gennaio. “Mai come in questo in momento – ha sottolineato il sindaco Renzo Caramaschi nel presentarlo – c’è bisogno di tener viva la memoria”. Bolzano lo fa creando “un vero e proprio percorso culturale che vede attivamente coinvolte associazioni, enti e istituzioni tutte impegnate attraverso le varie attività a promuovere conoscenza, dialogo e confronto”. Il primo cittadino insiste nel dire che “una società che non conosce, non ricorda e che ha paura di se stessa, diventa inevitabilmente una società violenta e pericolosa. Il passato, ma anche il presente, sono qui a ricordarcelo in ogni momento”. Ancora Renzo Caramaschi: “Non per retorica, ma davvero… dobbiamo fare tutti un grande sforzo e impegnarci a discutere e confrontarci senza paura. Solo così possiamo costruire all’interno della nostra società rapporti migliori, più civili e più rispettosi dell’altrui diversità, anche di pensiero”.

Laura Sedda, presente alla conferenza stampa per la Comunità ebraica, ha ricordato come nella sua religione lo Shabbat (la festa del riposo), venga celebrata ogni sabato. Dunque, cadendo quest’anno il Giorno della Memoria di sabato, la Comunità non potrà partecipare fisicamente e materialmente agli eventi e alle manifestazioni in programma quello stesso giorno, pur ovviamente condividendone e sostenendone lo spirito e il significato. “Sarà in ogni caso nostra premura – ha detto – far pervenire al Sindaco alcune riflessioni che chiediamo vengano cortesemente comunicate in occasione delle cerimonie pubbliche di quel giorno”.

Molte le iniziative coordinate dal Comune. Nell’ambito del progetto culturale “I Luoghi della memoria”, in particolare, l’Archivio Storico di Bolzano propone un percorso tra le “pietre d’inciampo”, posate nel centro cittadino nel 2015, “piccole opere d’arte urbana che ricordano, in modo puntiforme, centinaia di persone e famiglie deportate nei campi di sterminio nazisti”. Come anche in molte altre città europee, nel selciato stradale dinnanzi ai luoghi ove i deportati hanno vissuto, lavorato o dove sono stati arrestati, sono stati incastonati normali cubetti di porfido da pavimentazione, ove sul lato esterno è applicata una piccola targa lucida di ottone che riporta il nome e gli estremi cronologici della vita dei deportati. Una sorta di monumento “per difetto”, dove viene segnalata un’assenza, che contribuisce in maniera pregnante a vivificare il ricordo di queste persone e dei tragici eventi che le hanno coinvolte.

I pieghevoli illustrativi del percorso, in italiano e in tedesco, assieme agli altri finora realizzati nell’ambito del progetto dei “Luoghi della memoria”, sono stati messi in distribuzione gratuita in diversi punti della città: presso l’Info-point culturale del Comune, nell’atrio dell’Archivio Storico in via Portici 30, presso l’Azienda di Soggiorno in piazza Walther, presso il Museo Civico e la Biblioteca civica.

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