Comunicare l’odio

Con “Che la tempesta cominci” Renzo Fracalossi propone una riflessione sul ruolo che ebbe la stampa nell'ascesa di Hitler al potere. Ed immediato scatta il parallelo con l'oggi

Ci fu acquiescenza totale, crudeltà contro natura, convincimento sottile, arroganza supponente, convinto nazismo: terreno fertile in cui seminare la propaganda nazionalsocialista antisemita attuata dal ministro Goebbels attraverso ogni strumento di comunicazione. Ci fu anche il rifiuto di ogni dittatura da parte di Albert Einstein, simbolo di quanti si opposero alla violazione dei diritti umani e alle barbarie inflitte agli ebrei, e la tenerezza materna della sua tata, a rievocare l'umanità di quanti agirono a rischio della vita per proteggere e salvarne altre.

È una lotta impari quella tra la logica spietata dell'orrore nazista e la necessaria custodia di ciò che rende umani, tra l'urgenza della propaganda di ottenere consenso con ogni mezzo – "una menzogna ripetuta più volte diventa verità inoppugnabile" -, e il dovere immediato di opporsi. Lotta che bisogna sempre combattere, prima che sia troppo tardi. Prima "Che la tempesta cominci", come racconta l'atto unico di Renzo Fracalossi con cui il Club Armonia ha commemorato il Giorno della Memoria 2018, andato in scena sabato 27 gennaio al Teatro Cuminetti, a Trento.

Manifesti antisemiti appesi, un tavolino e una sedia, una poltrona rossa: un allestimento sobrio, che ha riprodotto la redazione del giornale "Der Stürmer", e una rappresentazione che quest'anno ha proposto una riflessione sul giornalismo e sul ruolo di stampa, cinema, radio, manifesti, scienza e cultura nell'annebbiare le coscienze del popolo tedesco. A fare da contraltare agli attori, uno spazio per il narratore, impersonato da Fracalossi, e per il contributo musicale dal vivo del pianoforte di Federico Scarfì: un racconto fatto di parole e note che, pur posto all'esterno della scena principale, è entrato dentro la Storia, ripulendola dalle manipolazioni della verità e ricostruendo puntualmente la cronologia del processo di indottrinamento volto a ottenere consenso a Hitler, tentando poi di alleviare con melodie evocative il peso insostenibile della convinzione di un popolo di essere superiore ad un altro al punto da volerlo annientare.

Intensa l'interpretazione di Mariano Degasperi nel ruolo di Julius Streicher, direttore del giornale che nel 1938 vendeva in tutta la Germania 473 mila copie, fanatico sostenitore del Terzo Reich noto per la violenza del linguaggio e pronto a diffondere notizie false – le "fake news" di oggi -, come quella dello stupro di una ragazza ariana da parte di due ebrei – "io piego le coscienze distillando grammi di verità in litri di chiacchiere" -, e di Claudia Furlani nel ruolo di Magda Goebbels, che non esitò a sacrificare i figli in nome della causa hitleriana.

Nella scansione equilibrata di recitazione, narrazione, musica sembra di essere posti davanti a prime pagine di giornale, lì dove leggiamo le notizie essenziali. Ma essenziali per chi? Per la propaganda, che riesce a far arrivare ovunque la sua voce, simile ad una piovra con i suoi tentacoli. Lo mostra bene il dialogo tra due donne del popolo addette alle pulizie nella redazione: la più giovane convince l'altra che quella effettuata nella notte precedente, la famosa "Notte dei cristalli", è stata "una giusta pulizia: gli ebrei complottano per distruggerci, vanno eliminati perché compiono il male".

Lo spettacolo, molto applaudito, si è concluso con tutti gli attori sul palco a ripetere gli slogan della propaganda diffusi da Goebbels, frasi semplici e parole d'ordine che indicavano ciò che il popolo voleva sentirsi dire, e con le note dell'inno dello stato di Israele, il cui titolo, tradotto, significa speranza: "Abbiamo bisogno di speranza – ha detto Fracalossi -: a 80 anni dalle leggi razziali, sentiamo ancora parlare di razza perciò ogni giorno dobbiamo ricordare”. "I nazisti riuscirono a inculcare l'odio per il diverso attraverso ogni strumento di comunicazione – ha commentato il presidente del Consiglio provinciale Dorigatti, presente in teatro insieme all'arcivescovo emerito Bressan -: oggi le notizie corrono sui social e compito di ogni cittadino è tenere alta la vigilanza, lottare contro l'indifferenza e attivarsi contro ogni ipotesi di negazione o revisione".

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