Quando l’adozione è una ricchezza

A Palazzo Geremia un confronto a più voci attorno al libro di una psicologa e una mamma adottiva. Con la testimonianza di Yeman Crippa, figlio adottivo

Essere abbandonati traccia un solco interiore ineliminabile: la tua storia sterza all'improvviso e prende una piega che imprime direzioni impreviste e imprevedibili. Essere adottati può offrire, nel tempo, l'opportunità non di colmare il vuoto, ma di interpretare quel percorso "irregolare" come punto di rottura che può anche essere fonte di autentica crescita umana. Ne hanno parlato Sara Petoletti e Sonia Negri, autrici di "Adottato anche tu? Allora siamo in due!… o forse di più!" (Ancora, 2016), dialogando con il giornalista Paolo Ghezzi durante la presentazione del libro, avvenuta giovedì 22 febbraio a palazzo Geremia, a Trento.

Il testo, destinato a lettori dai 10 anni in su, tratta una tematica delicata in modo coinvolgente attraverso le voci di Gabriel e Ilaria, due adolescenti adottati che, dopo aver partecipato ad un concorso di cucina, risultando vincitori, iniziano una corrispondenza via mail e si confrontano sulla propria esperienza facendo scoperte interessanti. Per esempio: Mosè e Marilyn Monroe cos’hanno in comune? E Steve Jobs e Ingrid Bergman? Magari è notizia sconosciuta ai più, ma sono stati adottati. E poi hanno vissuto una vita piena, da protagonisti. Come gli idoli dei più giovani: il calciatore Mario Balotelli, Leiner Riflessi, cantante dei “Dear Jack”, il tuffatore ucraino Ruslan Adriano Cristofori, medaglia d’argento ai Giochi europei di Baku nel 2015. E Yeman Crippa, di origine etiope, arrivato in Italia a 5 anni e adottato da una famiglia trentina residente in val Giudicarie insieme a cinque fratelli e due cugini. Campione azzurro del mezzofondo italiano, con aspirazioni olimpiche, la sua storia è stata raccontata in “Yema e Neka”, documentario di Matteo Valsecchi presentato al TrentoFilmFestival nel 2015, e ora è inserita tra le 23 che compongono il libro.

L'approccio divulgativo – lo scambio di mail intervallato da brani in cui sono riportate le biografie di adottati famosi, racconti di storie di adozione contemporanee e cinque interviste esclusive – è la forma scelta per comunicare le ricerche compiute da Petoletti, psicologa familiare, e Negri, mamma adottiva, collaboratrici del Centro di Terapia dell'adolescenza di Milano. Un impegno tradotto in un libro con finalità solidale, perchè i proventi andranno al Centro a sostegno delle famiglie adottive.

"Abbiamo voluto raccontare l'adozione nei suoi aspetti positivi e incoraggianti – hanno detto le autrici -: i bambini si sentono segnati da questa esperienza, i genitori adottivi hanno paura di non essere all'altezza, ma le storie raccolte mostrano che è possibile trovare la forza per superare le difficoltà, realizzare i propri sogni e avere un futuro felice". Il volume prende avvio dalle ricette dei due amici, modo originale e azzeccato, come ha evidenziato Ghezzi, per capire quanto è importante per il neonato il senso del gusto nell'esplorazione del mondo, e al tempo stesso la ricchezza delle lingue esistenti e di bambini provenienti da altri Paesi, che, una volta adottati, portano in dote culture e tradizioni che arricchiscono il Paese in cui arrivano.

C'è chi nasconde la propria origine perché si vergogna e non vuole rispondere a domande imbarazzanti, e chi ne parla ma si sente incompreso e perciò evita l'argomento, ma gli interrogativi con cui i bambini abbandonati devono confrontarsi, espressi dai due protagonisti, rimangono: se non sai chi ti ha messo al mondo, come fai a sapere chi sei? assomiglio ai miei genitori? con chi posso parlare ed essere capito? "Ho una doppia radice e per me è una ricchezza – ha commentato Crippa dopo il saluto del sindaco Andreatta -: sono legato alla mia terra natale e sono orgoglioso di essere italiano. Le difficoltà forgiano, e mio padre mi ha insegnato che, con impegno e sacrifici, puoi raggiungere i tuoi obiettivi, sia nella vita che nello sport".

La ferita dell'abbandono si inscrive nella memoria, ma Aristotele, Edgar Allan Poe, Vivian Lamarque testimoniano che un percorso esistenziale in cui realizzarsi umanamente e professionalmente fuori dalla famiglia d'origine è possibile. Adottati, eppure hanno scoperto il proprio posto nel mondo. O forse proprio grazie a questa esperienza hanno trovato il modo per spiccare il volo, correndo leggeri, determinati e vincenti come Yeman Crippa.

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