Battaglia a suon di petizioni

Mentre è in corso la Settimana del lupo al Muse – Museo delle Scienze di Trento a conclusione del progetto europeo “Life WolfAlps“, si è scatenata una controversia a colpi di petizioni pro e contro il lupo in Trentino – Alto Adige/Sudtirol.

La raccolta online promossa dell’assessore all’agricoltura altoatesino Arnold Schuler che chiede all’Unione europea di concedere deroghe al divieto di uccisione dei predatori, in pochi giorni ha raccolto quasi 21 mila firme, trovando tra i sostenitori anche l’appoggio convinto del notissimo alpinista Reinhold Messner.

Nel frattempo anche l’assessore all'agricoltura, foreste, turismo e promozione, caccia e pesca della Provincia Autonoma di Trento, Michele Dallapiccola, ha lanciato un’identica iniziativa sul portale change.org. “Riteniamo – scrive Dallapiccola – che le regole nazionali, che impediscono qualsiasi forma di controllo, siano insufficienti”.

Sul fronte delle associazioni animaliste è stata invece avviata una “contro petizione”. “Proteggere il lupo. Viva i lupi”, scrive la Lega per l’abolizione della caccia, prima firmataria della petizione online che attualmente è a quota 4 mila firme.

Anche i Comuni della Valle di Fassa si sono fatti promotori di una raccolta firme per chiedere al Ministero, ed al futuro governo quando si insedierà, autonomia decisionale riguardo al controllo delle popolazioni di lupi, se necessario anche fino all’eventuale abbattimento di capi particolarmente intraprendenti o aggressivi.

Ad alimentare il dibattito è in questi stessi giorni anche la notizia dello sbranamento di un puledro in Val di Fassa, attribuito a un lupo. In Vallarsa stessa sorte per due caprette all’interno del loro recinto.

E’ sceso in campo anche il consigliere del Comun general de Fascia e gestore del rifugio Tobià de Giagher, nella conca del Ciampac, Mario Deluca, che ai microfoni di radio Trentino inBlu ha denunciato l’insostenibilità della situazione: “E’ insopportabile – ha detto Deluca -, ogni giorno troviamo carcasse di caprioli e di camosci sulla strada, con ricadute negative anche sul turismo”. “Gli appassionati di scialpinismo hanno paura – ha proseguito -, mi è capitato in questi giorni di accompagnare uno sciatore con la motoslitta per aver incontrato un lupo”. Cresce anche la preoccupazione tra gli allevatori, ha sostenuto, “che terranno i capi in stalla invece di portali in alpeggio nella stagione estiva. La soluzione? La Provincia deve inviare Forestali a tenere il numero di questi carnivori sotto controllo, se troppi occorre prendere i provvedimenti previsti dall’Unione europea per le specie dannose”. Tradotto: l’abbattimento.

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