Nazareth, mani trentine per la Grotta

I lavori di restauro alla Grotta dell'Annunciazione condotti da un consorzio trentino e sudtirolese consentiranno di “salvare” l'importante luogo sacro.

Il prossimo 9 aprile a Nazareth per la festa dell'Annunciazione ci saranno il Custode di Terra Santa fra Patton, l'Amministratore Apostolico padre Pizzaballa e il nostro arcivescovo emerito Bressan

E’ uno dei  luoghi più importanti dei racconti evangelici:  è la Grotta dell’Annunciazione, la “Grotta dell’Ave Maria”. Qui l’Angelo si presenta  (“Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”), la rassicura (“Non temere Maria, perché hai trovato grazia presso Dio”) e le porta l’annuncio:  “Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù”.

In quella Grotta, da tanti anni, esperti di ogni parte del mondo stanno cercando di evitare che l’umidità porti alla distruzione di questo luogo santo, realizzato – oltre duemila anni fa – con una pietra molto porosa, facile da scolpire, ma proprio per questo molto fragile. E’ la pietra di Nazareth, fatta di calcare marnoso, destinata con il tempo a polverizzarsi: prima si formano delle piccole scaglie, poi tutto diventa come la farina e precipita a terra.

Cinque anni fa, dopo che anche l’intervento degli studiosi in conservazione di beni culturali dell’università di Firenze non aveva portato a risultati soddisfacenti, l'indimenticabile padre Pietro Kaswalder(trentino che è vissuto per 35 anni a Gerusalemme, frate della Custodia di Terrasanta e studioso di archeologia biblica) chiese ad un consorzio trentino-sudtirolese di provare ad intervenire per bloccare l’umidità, il “cancro” di quei sassi che lentamente si dissolvono e sono dunque destinati a sparire.

Bloccare l’umidità. La difficoltà di un intervento di questo tipo è facilmente intuibile: si tratta di un “luogo Santo”, meta di milioni di pellegrini che semplicemente con la loro presenza fisica portano squilibri in un ambiente delicato;  una grotta posta sul pendio della collina di Nazareth dove, nei secoli e nemmeno oggi, le opere idrauliche per la regolamentazione delle acque non è certo mai stata una priorità; una costruzione posta, infine, nella parte bassa della grande basilica costruita negli anni Sessanta, mezzo secolo fa, e che copre l’intera area bloccando però anche la respirazione della roccia e danneggiandola con inevitabili e violenti correnti d’aria.

La prima operazione compiuta dai tecnici della società “Acco” di Bolzano è stata proprio quella di cercare di bloccare l’umidità che risale dal basso.  E’ stata posta una sorta di barriera orizzontale di tipo elettro-fisico , dunque che non impattante rispetto alla struttura, ma consente una funzione di quello di possiamo definire un avanzato e modernissimo  impianto di deumidificazione. 

Non si tratta, ovviamente, di eliminare tutta l’umidità, ma di regolarla, di stabilizzarla, di renderla omogenea all’interno della Grotta, di renderla compatibile con le diverse condizioni stagionali. Tutto, ora, controllato ogni giorno a distanza, attraverso la rete internet, lungo l’asse che collega Alto Adige e Nazareth.

I risultati ottenuti in questi anni, spiegano Bruno ed Enrico Pedri che stanno coordinando il progetto, sono molto positivi ed assolutamente incoraggianti. E’ un intervento che deve essere costante, perché richiede continui aggiornamenti, necessari per stabilizzare l’umidità all’interno della struttura.

Contemporaneamente, un gruppo di tecnici trentini del Consorzio Ars hanno cercato – e stanno cercando – di intervenire per quanto riguarda la conservazione della Grotta. “Non si tratta di un restauro, ma di una vera e propria cura”, puntualizza  Andrea Corradini che in queste settimane sta facendo la spola con Nazareth: il lavoro più impegnativo è quello del consolidamento della roccia e della sua pulizia. In questi decenni, sono stati utilizzati dei prodotti chimici che avrebbero dovuto risolleveremo il problema, ma che invece hanno portato come unico risultato quello di penetrare nella roccia rendendola ancora più fragile. 

Corradini e i suoi collaboratori ci hanno lavorato la settimana scorsa, ci torneranno la settimana dopo Pasqua quando, in base al calendario liturgico, lunedì 9 aprile verrà celebrata la festa dell’Annunciazione.

La Solennità dell’Annunciazione quest’anno verrà celebrata il lunedì della seconda settimana di Pasqua. Il 25 marzo coincideva infatti con la Domenica delle Palme. Quest’anno, a Nazareth, la solenne liturgia dell’Annunciazione sarà presieduta dall’Amministratore Apostolico,  padre Pierbattista Pizzaballa, dal Custode di Terrasanta, fra Francesco Patton (che prima della nomina a Custode era stato tra i promotori dell’Associazione “Amici di padre Pietro Kaswalder” che è intervenuta anche a sostegno dell’impegno per la Grotta di Nazareth) e dall’arcivescovo emerito di Trento, monsignor Luigi Bressan, che ha sempre sostenuto il progetto di recupero e restauro della Grotta.

“Si tratta del luogo dell’incontro tra Cielo e Terra – mette in evidenza monsignor Bressan – caro ai cristiani di Occidente, a quelli Ortodossi, ma anche al mondo musulmano come dimostrano anche le innumerevoli raffigurazioni che nei secoli hanno raccontato l’Annunciazione”. Proprio allo studio di questi dipinti è dedicata una pubblicazione curata da monsignor Bressan che verrà presentata a Nazareth in occasione della Solennità dell’Annunciazione.

Giorgio Lunelli 

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