Corsi d’acqua e trattamenti fitosanitari

Il piano di azione nazionale (PAN) impone misure e comportamenti che vanno rispettati. Per evitare restrizioni più severe che inciderebbero sulla superficie frutticola e viticola del Trentino

Il 19 marzo 2018 la Fondazione Mach ha diffuso una nota intitolata “Misure per la tutela dell’ambiente acquatico in attuazione del PAN”, piano di azione nazionale, che ha recepito la Direttiva Ce 128/2009 in materia di corretto impiego di fitofarmaci. La nota si apre con due riferimenti precisi: al Decreto legislativo 152/06 e alla delibera della Giunta provinciale di Trento 736/2017.

Il Decreto legislativo prevede la ricerca di una lista di sostanze pericolose definite prioritarie (idrocarburi, solventi ,metalli pesanti, fitofarmaci) particolarmente pericolose per l’ambiente acquatico perché in grado di accumularsi negli organismi viventi. Per queste sostanze il decreto prevede dei limiti il superamento dei quali comporta la classificazione “non buono” del corpo idrico. La delibera della Giunta provinciale individua le misure di tutela dell’ambiente acquatico finalizzate alla riduzione dei rischi derivanti dall’uso di prodotti fitosanitari. Il compito di accertare la qualità dei corpi idrici spetta all’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (APPA) attraverso il controllo di una rete di  412  punti di rilevamento.

Il piano di tutela delle acque della Provincia di Trento stabilisce che i corpi idrici definiti “non buoni” siano sottoposti ad interventi di risanamento mirati e ad azioni di mitigazione dell’inquinamento. Sono 29 i corpi idrici in cui è stata accertata la presenza di fitofarmaci. Agli effetti delle misure da adottare e dei controlli vanno considerati anche gli affluenti rappresentati nelle mappe riportate nella parte descrittiva della nota della Fondazione Mach.

L’applicazione della misure riguardanti corsi d’acqua e laghi è scaglionata nel tempo: dal 2018 al 2021. Come di seguito riportato.

1. Misure da applicare sull’intero territorio provinciale dalla campagna 2018: divieto di effettuare il diserbo chimico per una fascia di 10 metri dall’argine del corso d’acqua. Mantenimento dell’inerbimento permanente sull’interfilare delle colture arboree. Obbligo di dirigere il getto dall’esterno verso l’interno del campo per una fascia di almeno 10 metri.

2. Misure da applicare solo in prossimità dei corpi idrici di qualità “non buono” a partire dal 28 febbraio 2018. Utilizzo di sistemi antideriva in prossimità di corsi d’acqua e laghi per almeno 10 metri dal corso d’acqua superficiale o lago che non presenti una fascia riparia arboreo-arbustiva.

3. Per le coltivazioni fuori terra (fragole e piccoli frutti) mantenimento di una fascia di rispetto di almeno 30 metri dai corpi idrici fluviali di qualità “non buona” e di almeno 50 metri dai corpi idrici lacustri con la stessa qualifica. In alternativa impermeabilizzazione del suolo entro il 12 maggio 2017 per la realizzazione di nuovi impianti e il 31 dicembre 2018 per l’adeguamento degli impianti esistenti.

4. Eliminazione di sostanze attive fitosanitarie al fine di raggiungere lo stato ecologico e chimico buono entro il 31 dicembre 2018. L’elenco comprende 80 sostanze e punta il dito in particolare sul Clorprifos etil. Fascia di rispetto inerbita non trattata in prossimità di corsi d’acqua e fascia arbustiva o arboreo-arbustiva in prossimità di corpi idrici lacustri entro il 31 dicembre 2021.

Il perito agrario Renato Martinelli del Servizio agricoltura della Pat che rappresenta da oltre un decennio il Trentino nelle commissioni tecniche dei vari Ministeri (Agricoltura, Ambiente, Salute) in materia di produzione integrata obbligatoria e volontaria e di linee di indirizzo per la corretta applicazione del piano di azione nazionale osserva che buona parte delle misure riportate nel documento della FEM sono già rispettate, nonostante le difficoltà dagli agricoltori trentini. Ma fa anche presente che regole assai più penalizzanti sono previste dall’Unione europea che già nel 2003 ha introdotto il termine di “bluffer zone” (zona di rispetto). Martinelli fa notare che l’attenzione degli agricoltori dovrebbe essere rivolta più che alle limitazioni imposte dal PAN alle distanze indicate sulle etichette delle confezioni che sono maggiori di quelle provinciali.

Se dovessimo applicare alla lettera le zone di rispetto la superficie viticola e frutticola del Trentino subirebbe una diminuzione stimabile intorno al 5-10%. La stima del tecnico ci sembra notevolmente al di sotto della realtà.

A pagare sono sempre gli agricoltori e sul banco degli accusati appaiono solo i fitofarmaci.

Un quotidiano locale ha scritto che sono gli ecologisti a dettare l’agenda dei provvedimenti riguardanti i fitofarmaci. Purtroppo è vero, ma a rispettare l’ambiente e la salute delle persone non dovrebbero essere tenuti solo gli agricoltori.

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