sul confine

Un film sulla religione, per provare a ridere di qualcosa che sembra intoccabile. È l’intenzione dichiarata del regista Alessandro Aronadio, che di “Io c’è” firma anche la sceneggiatura. Intervistato da cinematografo.it ha dichiarato: “Per alcuni è per credenti, per altri è totalmente ateo. Volevo ragionare sul perché dopo anni ancora abbiamo bisogno di riflettere sull’invisibile. Ho curiosità nei confronti di chi crede e non è assolutamente un film contro i fedeli”. Alla scrittura del film ha partecipato anche Edoardo Leo, che del film è il protagonista: “Io c’è è una metafora sul confine tra fede e creduloneria e tra religione e cialtroneria. Il principio è stato quello di non irridere e di non mettersi sull’altarino, ma anzi di cercare di capire”.

Il risultato è una commedia che si concentra sull'uomo e graffia l'esteriorità della religione, aprendo la strada al confronto.

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